«Erano trascorse poche ore dalla morte di Giorgio Napolitano che i commentatori più accreditati del giornalismo ne hanno ricordato il passato politico con puntigliosità e livore. La fede giovanile fascista, l'ideologia comunista, il culto di Stalin, la giustificazione dell'invasione dell'Ungheria con il corollario di tanti aneliti di libertà soffocati. Tutto vero anche se poi vi è stata da parte di Napolitano una revisione». È quanto afferma, in una nota, Mario Tassone, segretario nazionale del Nuovo Cdu, più volte parlamentare e sottosegretario di Stato. 

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«Napolitano è stato un militante, un dirigente politico - aggiunge Tassone - che sosteneva idee sbagliate a cui altri giustamente si opponevano. La Dc e i partiti democratici salvaguardarono le conquistate libertà. Erano a confronto visioni contrapposte e alternative: c'era la politica, c'erano i partiti. Oggi non ci sono visioni a confronto perché non ci sono idee. L'ho sempre detto: ho nostalgia di quei tempi, quando ci confrontavamo e ci scontravamo con i comunisti e non solo. Oggi non c'è materia del contendere». 

Per Tassone «Napolitano è stato un dirigente politico. All'avversario che scompare va il rispetto sempre, soprattutto nel deserto di oggi. Eppure in questo Paese vi sono state tante devianze: democristiani che sono transitati nel Pd, un derivato post comunista, e acrobati che hanno successo perché lo spettacolo… è gratis. Ma la cosa più grave è che è in atto un disegno eversivo riguardante la forma di Stato ,di governo e L'Unità del Paese. Il comunismo di Napolitano è stato sconfitto, mentre oggi c'è l'insano progetto di cancellare la Costituzione del 1948». 

«Il Santo Padre è andato, a sorpresa al Senato, alla camera ardente di Giorgio Napolitano. Un gesto che non ha precedenti. Una bella e grande pagina di storia - sostiene ancora l'ex sottosegretario -. Un messaggio di carità che rimarrà nella memoria dell'umanità. L'amore e la fede portano la luce e spazzano via le ombre della ipocrisia. Papa Francesco ha portato questa luce di carità e di fede nella camera ardente di Napolitano, ma in quella camera c'era il mondo intero».