Le manifestazioni di protesta dei cittadini crotonesi, messe in atto al fine di ottenere la necessaria autorizzazione dei commissari Scura e Urbani per il funzionamento del Marrelli Hospital, che condividiamo e a cui ci sentiamo di prendere parte personalmente, testimoniano un malessere diffuso nei confronti di una struttura commissariale che affronta con superficialità e disinteresse problematiche dalla grandissima rilevanza che incidono pesantemente sul diritto alla salute dei calabresi. Le pronunce all’unanimità del consiglio comunale crotonese, così come le interrogazioni parlamentari predisposte da esponenti di partiti politici appartenenti ad opposte coalizioni, sono la riprova dell’indifferibilità di un provvedimento che potrebbe rappresentare un’ancora di salvezza per i malati, per le loro famiglie e per tutte quelle professionalità che si ritrovano impossibilitate ad operare. Interlocutori sordi e ciechi di fronte al grido di dolore dell’intera Calabria stanno generando disagi inauditi affossando la Sanità calabrese e spezzando le speranze di pazienti che chiedono solo di potersi curare nella loro terra. Quest’atteggiamento assurdo e incomprensibile, che con il suo protrarsi moltiplica i danni materiali ed immateriali, deve essere assolutamente fermato. Le gravi inadempienze e gli atti discriminatori ci impongono di intervenire in un momento in cui il disavanzo da 35 milioni dello scorso anno pare sia nuovamente cresciuto (sembrerebbe fino a raggiungere i 75 milioni). Senza dimenticare i budget a privati assegnati senza l’accreditamento e le autorizzazioni rilasciate senza seguire le medesime procedure per tutti. Occorre cambiare registro e anche subito. Per questo chiediamo un immediato incontro con il Ministro Beatrice Lorenzin, a cui dovranno prendere parte i consiglieri regionali di tutti gli schieramenti, per affrontare con inequivocabile chiarezza la situazione del Marrelli Hospital e l’opportunità di rimuovere il tandem Scura-Urbani, prima che ulteriori ed irreparabili colpi siano inflitti alla Sanità. Siamo pronti, in presenza di una mancata risposta, a prendere parte ad un eventuale sit-in da organizzarsi a Roma presso il Ministero della Salute.