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La Regione Calabria stanzia sei milioni di euro per la depurazione in Calabria. La notizia sarebbe interessante, se non fosse datata 14 giugno. È evidente che tra pubblicazione dei vari atti, procedure d’appalto e molteplici adempimenti, difficilmente la somma potrà essere realmente utilizzata alla bisogna. L’auspicio è che tale stanziamento sia realmente e per intero utilizzato. Anche se, considerata la complessità delle emergenze e i tempi ristretti al pieno avvio della stagione estiva non è scontato che ciò accada. Una considerazione sorge spontanea. Ma come è possibile che della questione-depurazione la Regione Calabria se ne accorga soltanto a metà giugno? Se lo scorso anno c’era l’esimente di una compagine di governo che si era insediata da poco, quest’anno, tale tardività nella programmazione appare di dubbia giustificazione politica. Insomma, la celerità e la capacità di stabilire un ordine di priorità d’intervento non sembrano caratterizzare l’operato dell’Esecutivo. Intanto, sugli interventi organici sul sistema in questione non si registra alcun passo in avanti. Eppure, la programmazione, l’efficientamento, la razionalizzazione di un settore così importante per le comunità (per gli equilibri ambientali e il riflessi sull’offerta turistica), risultano obiettivi non più eludibili.