L’esponente dell’opposizione in Consiglio regionale torna sulla questione già oggetto di una interrogazione siglata insieme a Irto (Pd) e Tavernise (M5s)
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«Ritorno ancora una volta a distanza di mesi e di un'interrogazione depositata a nome mia e dei colleghi Irto e Tavernise, sulla vicenda allucinante delle condizioni del Centro Regionale di Farmacovigilanza che la Regione sembra voler affossare definitivamente grazie a una burocrazia lenta, farraginosa e inutile che porterà solo a esiti disastrosi se non si inverte la rotta».
Lo scrive in una nota Amalia Bruni, esponente dell'opposizione in Consiglio regionale. «Dopo la nostra interrogazione del mese di gennaio - prosegue - il Direttore Generale del Dipartimento Tutela della Salute, Iole Fantozzi ci informava che si era provveduto a nominare la Commissione esaminatrice per l'espletamento dell'avviso di selezione pubblica per titoli e colloquio, pubblicato nel BURC n.104 del 13.11.2020, finalizzato all'assunzione a tempo determinato di n. 9 unità con profilo tecnico-amministrativo. Poi siamo venuti a conoscenza che il bando era stato bloccato e sarebbe stato riproposto in autunno. L'autunno è arrivato e naturalmente siamo al punto di prima, solo una serie di note con le quali si è chiesto di nominare la Commissione esaminatrice, poi si è provveduto a sostituire due membri, ci sono state le dimissioni di un altro componente nel frattempo andato in pensione, fino a nominare una nuova presidente e altri movimenti del Dipartimento Salute Pubblica con i quali sono stati spostati ad altri incarichi colleghi del Centro».
E ancora: «Una sequela infinita di provvedimenti, di note protocollate, di avvicendamenti che non smuovono di un millimetro la situazione. Ricordo a tutti che il Centro Regionale di Farmacovigilanza (CRFV) è una struttura operante all'interno del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria che si occupa di farmacovigilanza a livello territoriale e partecipa in modo stabile e continuativo alle attività del Sistema Nazionale di Farmacovigilanza che fa capo all'Agenzia Italiana del Farmaco. Sin dalla sua attivazione, avvenuta a Dicembre 2015, il CRFV, si è proposto quale supporto per gli operatori sanitari ed i cittadini allo scopo di approfondire e diffondere le conoscenze sul profilo di sicurezza di farmaci, vaccini e dispositivi medici, nonché il loro impatto in termini di salute pubblica, argomento attualmente di grande interesse scientifico, alla luce dell'immissione in commercio di farmaci sempre più innovativi. Inoltre, svolge attività di monitoraggio dell'appropriatezza prescrittiva, spesa farmaceutica convenzionata, strumento necessario a garantire sicurezza ed efficacia terapeutica, nonché la razionalizzazione della spesa farmaceutica».
Poi le conclusioni: «Invece il Centro non è più attivo, neppure telefonicamente, da quasi un anno. Oggi è cambiato anche il Direttore Generale del Dipartimento Risorse Umane ed a ogni cambiamento equivale un ulteriore ritardo per cui si resta nello stallo più totale. In tutto questo si continua a prendere operatori dagli ospedali per portarli in Cittadella, ma a fare cosa, ci chiediamo, visti i risultati. Così mentre per la vicenda dei medici cubani si usa una fretta incredibile, cercando scorciatoie e probabilmente calpestando più di qualche regola, il Centro di Farmacovigilanza viene sommerso dai protocolli, dai provvedimenti inutili e ripetitivi e da una burocrazia che causa solo danni ai cittadini. Presidente Occhiuto se questo è il suo new deal i risultati, se mai ci saranno, li vedremo tra 50 anni».