*di Orlandino Greco

 

Caro Spirlì,
tralasciando per un attimo l’aspetto drammatico sanitario in cui versa la nostra regione e le conseguenze del commissariamento che oramai sono di dominio nazionale, ciò su cui ricade nuovamente la mia attenzione è l’aspetto economico e di crisi generale che la pandemia unita ai diversi lockdown ormai si è palesata in tutti i suoi aspetti.
Si discute di incentivi alle imprese, si studiano misure per dare sostegno ai settori e alle imprese in difficoltà e anche il governo regionale, nonostante i ritardi che hanno causato la chiusura definitiva di tante attività, con i bonus di Riapri Calabria ha permesso di dare soltanto un minimo ristoro per chi caparbiamente resiste. Ma a dispetto di azioni positive, la Regione Calabria sembra aver immobilizzato tutta quella parte dei bandi, già finanziati, che aiuterebbero comuni e privati a superare il momento mettendo in cantiere graduatorie già pubblicate e progetti già approvati.
Un fermo politico e non burocratico di cui sinceramente non ne capisco il senso e tantomeno si può assurgere a motivazione l’esigenza di spendere quelle risorse diversamente per rispondere all’emergenza pandemia.

Solo per citarne alcuni:

  • Agevolazioni tariffarie al trasporto pubblico locale che mirava a facilitare lo sviluppo di un sistema regionale di mobilità più sostenibile; rendere più agevole l’accesso al TPL per persone e famiglie in situazioni di svantaggio; garantire il diritto dei residenti in Calabria ad usufruire della libera circolazione; rimuovere gli ostacoli logistici e favorire la mobilità finalizzata ad esigenze di studio o lavoro. L’importo complessivo è di E 1.933.714.
  •  Potenziamento di strutture per usi socio-educativi e socio-assistenziali. La Regione Calabria intendeva sostenere gli investimenti delle organizzazioni del privato sociale e del settore no profit volti all’ampliamento o all’attivazione dei servizi di cura agli anziani non autosufficienti e a soggetti adulti con limitazioni nell’autonomia. Con dotazione finanziaria di E 9.379.000,00.
    Tra gli avvisi sospesi ci sono poi due dei bandi più importanti che la scorsa legislatura aveva messo in cantiere e che oggi qualcuno ha definito ironicamente “bandi fantasma”:
  •  quello sugli impianti sportivi finalizzato alla realizzazione e riqualificazione degli impianti sportivi, per 32.000.000 di euro d’investimento
  •  quello sulla valorizzazione dei borghi, congelati 100 milioni per i comuni e 36 per i privati.

    È impensabile che fondi già stanziati non vengano erogati! Comuni e privati hanno investito, facendosi carico di spese e oneri, in progetti che sono stati già approvati, benché sul sito della Regione Calabria si legga “in valutazione”.

    La politica assistenzialistica ha un moltiplicatore dello 0,5. L'investimento in infrastrutture ha un moltiplicatore di 3. Questo vuol dire che se investo 100 in bonus, per esempio, quei 100 diventano 50. Se li investo in un'opera pubblica i 100 mi danno un ritorno di 300, un concetto questo già espresso qualche mese fa e che oggi ritorna in maniera preponderante perché gli effetti della crisi hanno già segnato molti settori e in alcuni casi interi territori.
    Capisco il momento, ma non certo l’assurdità di rimandare la definizione di bandi approvati su fondi già stanziati. È il tempo della responsabilità istituzionale e politica che sappia dare risposte certe. La pandemia ha sicuramente spostato nella fase emergenziale l’asse delle priorità, ma ora è necessario rispondere con azioni concrete alla crisi in atto: lo sblocco dei bandi che da troppo tempo necessitano di definizione e il sostegno all’imprenditoria privata con nuovi progetti su cui ricostruire e ripartire. Si tratta di azioni in grado di generare l’indotto che deriva dalle opere pubbliche e che è indispensabile per la sopravvivenza e la crescita della Calabria.

 

*segretario federale di Italia del Meridione