La segreteria provinciale del partito parla di «scadimento morale». E ancora: «Ora Abramo sciolga il consiglio comunale»
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«Alla luce di quanto sta emergendo dalle indagini della Procura della Repubblica di Catanzaro, che vedono il pesante coinvolgimento del dimissionario presidente del Consiglio Regionale della Calabria, Domenico Tallini, se sarà confermato l’impianto accusatorio, siamo in presenza di uno scenario di violenza politica e di scadimento morale che segna, con ogni probabilità, la fine di un’epoca e di un’intera fase politica della città. Un terremoto di proporzioni inimmaginabili, che coinvolge non un politico qualsiasi bensì l’uomo che, più di ogni altro, ha segnato i destini del capoluogo di regione e di un’intera comunità negli ultimi venticinque anni». Così in una nota la segreteria provinciale del Pd di Catanzaro.
«Un sistema di potere diverso rispetto al passato, più aggressivo e pervasivo, fatto di pressioni e di "pubbliche intimidazioni" scritte e verbali, capace di influenzare e di indirizzare, in maniera determinante, non solo la macchina comunale. Basti pensare ai decenni trascorsi in consiglio comunale ed in particolar modo a presiedere la commissione urbanistica della città. Grazie a questa “postazione” gli è stato possibile vagliare tutto ciò che si muoveva nel mondo dell’edilizia e delle costruzioni e dare micro risposte clientelari alla pancia profonda di Catanzaro, mettendo in pratica una micidiale macchina di consenso che oggi definiremmo populista e plebea, in cui il tratto dominante è da sempre la subalternità di singoli, di imprese, di professionisti a determinati interessi personali e di gruppo».
E ancora: «La raffigurazione di tale sistema di potere chiuso, che ha plasmato negli anni la città, prende plasticamente forma dagli organigrammi che escono dagli uffici della Procura, e se confermati dall’impianto accusatorio, che coinvolgono una miriade di consiglieri comunali, di pezzi determinanti dell’amministrazione cittadina, delle loro mogli, dei loro figli, ad ognuno dei quali, in maniera scientifica viene assegnato un compito, una responsabilità operativa lungi dall’essere politica. Si ravvede infatti solo l’azione affaristica e di drenaggio di soldi, di una montagna soldi, nei più disparati settori, dall'edilizia al commercio dei farmici, dal commercio al mondo dell’ impresa. In questo senso e per lunghissimi anni, il connubio politico dell’on. Tallini con il sindaco Sergio Abramo è stato fortissimo ed anche se in alcuni momenti è stato vissuto in modo dialettica, esso è rimasto indissolubile, tanto che è inimmaginabile il ventennio della sindacatura di Sergio Abramo senza la presenza politica forte, al suo fianco, dell’On. Tallini. Di questa verità il Sindaco ne deve prendere atto con urgenza e per il bene della città deve trarne le dovute responsabilità e conseguenze, decidendo di sciogliere, senza indugio, l’attuale consiglio comunale oramai fortemente permeato dal suddetto sistema di potere».
«Al contrario - si legge ancora -, compito arduo del campo Democratico, sia nella sua versione progressista che moderata della città, è, ora, di aggregare forze, di coinvolgere quanto più possibile la parte sana dei Catanzaresi onesti, dalla borghesia illuminata al mondo delle professioni, al ceto impiegatizio, a quello delle piccole imprese, alle moltitudini disperate che vivono nelle tante periferie cittadine, per costruire insieme un’alternativa convincente al Sistema di potere che ha retto la città negli ultimi decenni. Abbiamo di fronte una grande responsabilità e se non riuscissimo a fare ciò, oltre al rischio di riprodurre un danno clamoroso alla Città, il risultato sarebbe solo quello di togliere di mezzo il potente oggi nella polvere e di lasciare integro ed in piedi il Sistema di potere con i suoi tanti interpreti dentro e fuori il consiglio comunale. Ci riferiamo non solo ad alcuni amici di cordata dell' On. Tallini che hanno beneficiato nel tempo di privilegi assurdi ma anche ad altri soggetti apparentemente “nemici” dell’ On. Tallini, che però nel corso degli anni hanno acquisito dallo stesso, gli stessi metodi violenti, esercitando le stesse pressioni e recuperando lo stesso consenso “ sporco” dell’ideatore. Al contrario, pensiamo che bisogna ripartire da ben altro. In particolare dai tanti professionisti ed imprese che hanno deciso di non farsi comprare dal sistema "Tallinista", alle tante persone più o meno conosciute che in questi anni hanno cercato di costruire e di pensare un’altra cosa, democratica ed inclusiva, contrastando per come hanno potuto l’andazzo imperante. È giusto qui ricordare un Sindaco perbene e un galantuomo come Rosario Olivo che con questa gente si è sempre scontrato politicamente con fermezza, ed alla generosa esperienza elettorale e di testimonianza politica di questi anni di Salvatore Scalzo. Questi gli esempi positivi da cui ripartire. Con questa nota vogliamo lanciare un appello alla città e alla sua parte migliore, per mobilitarsi e organizzarsi, per prendere posizione e tornare protagonisti collettivi di un riscatto comune per restituire l’onore e l'orgoglio alla gloriosa Città di Catanzaro».