Nel panorama delle band emergenti, gli Ynsanya si stanno ritagliando uno spazio sempre più rilevante grazie a un sound in continua evoluzione e a un’originale identità musicale. Nati dalla voglia di mettersi in gioco e portare la propria musica dal vivo, hanno saputo trasformare la passione in un progetto concreto, tra sperimentazione e importanti esperienze live. Dopo aver calcato palchi prestigiosi come quello di Sanremo Rock e del Festival di Castrocaro, il gruppo è pronto a una nuova svolta con l’uscita del loro quarto singolo, Pezzi di vetro. Ma andiamo con ordine.

Quando ha avuto inizio tutto?
Gli Ynsanya nascono nel maggio del 2022 con Matteo Ferraro (voce e chitarra) e Manuel De Rose (chitarra solista) come membri fondatori, ai quali si è unito Mario Saccomanno (basso) qualche mese dopo e, più di recente, Fabio Cusato (batteria), che ha completato il puzzle. «È sempre stato il mio sogno far parte di un progetto del genere – racconta il batterista – e devo solo ringraziare i ragazzi per avermi dato questa opportunità».

Qual è stata la spinta che ha dato il via al progetto?
«Gli Ynsanya sono il frutto di una voglia comune di metterci in gioco e suonare. Fin dall’inizio il nostro obiettivo era portare la nostra musica dal vivo. Non avendo subito un repertorio nostro, abbiamo iniziato con le cover. Il live è fondamentale per noi: la data a Diamante del ‘23 – ci confida Mario – è stata un’esperienza magica».

Come vi preparate a un live?
«Preparare un’esibizione dal vivo è impegnativo
, ci arriviamo sempre con un po’ di ansia, ma quando saliamo sul palco l’adrenalina prende il sopravvento e tutto svanisce. Ogni performance è una storia a sé e, man mano che ne facciamo, ci sentiamo sempre più sicuri».

Un percorso in continua evoluzione

I ragazzi erano già dei musicisti prima di fondare la band? Matteo Ferraro racconta: «Manuel ha studiato in conservatorio e ha una formazione solida. Mario invece è autodidatta, io studio da solo da quando ero piccolo, mentre Fabio ha avuto un percorso più classico: ha iniziato col flauto traverso, ma, venendo da una famiglia con una forte tradizione musicale, si è poi spostato sulla chitarra e infine sulla batteria, la sua vera passione».

E lo stile? Come potrebbe essere definita la vostra musica?
«Abbiamo molte influenze. Siamo partiti dal rock classico, con un sound molto crudo nei primi due brani. Ma ci siamo evoluti, avvicinandoci a sonorità più pop. Studiamo molto per costruire il nostro sound e al momento ci sentiamo a metà tra pop, rock e indie. Ascoltiamo tanta musica e ognuno porta la propria impronta nel processo creativo».

Le fonti di ispirazione

Nei primi tempi, le influenze principali sono state i Muse e i Red Hot Chili Peppers. Poi sono arrivati i Nothing But Thieves e persino Michael Jackson. «Questo dimostra la nostra voglia di esplorare e di avvicinarci a sonorità più pop, ma sempre con la nostra impronta. Negli ultimi tempi ci ha influenzato molto anche il surf rock e la scena musicale australiana. Va detto poi che oggi è difficile etichettare la propria musica: l’importante è trasmettere emozioni e far stare bene chi ascolta».

L’esperienza a Sanremo Rock e al Festival di Castrocaro

Un’esperienza importante per la band è stata la partecipazione al Gran Gala di Sanremo Rock. Ma come ci sono arrivati? «Durante un periodo di insonnia, scrollavo i social in cerca di opportunità – racconta Matteo – e mi sono imbattuto nel Sanremo Rock Contest. Ci siamo iscritti e abbiamo partecipato con successo, ottenendo un importante riconoscimento per la qualità della nostra musica.
L’estate del 2023 è stata incredibile: abbiamo fatto circa 35 date in giro per l’Italia. Sanremo Rock è stata un’esperienza bellissima, ma la più significativa è stata il Festival di Castrocaro, dove abbiamo ricevuto feedback importanti dal maestro Beppe Vessicchio e da un'artista come Serena Brancale. Quello è stato un nuovo inizio per gli Ynsanya, una nuova presa di coscienza».

Il riconoscimento ottenuto al Gran Gala di Sanremo Rock, un attestato per la qualità della musica proposta
Il riconoscimento ottenuto al Gran Gala di Sanremo Rock, un attestato per la qualità della musica proposta
Il riconoscimento ottenuto al Gran Gala di Sanremo Rock, un attestato per la qualità della musica proposta

"Pezzi di vetro", l’inedito in uscita

Il 14 marzo esce sulle varie piattaforme Pezzi di vetro, il quarto singolo della giovane band dopo Amore criminale, Phunk e Don’t look back in hangover, che sarà presentato in anteprima insieme ad altri inediti la sera prima al Mood Social Club di Rende (ore 22:30). «Questo brano è un punto di svolta per noi – spiegano i ragazzi – segna la fine di un percorso e l’inizio di uno nuovo. Il suono sarà diverso dai nostri brani precedenti. È nato tutto da un giro di chitarra di Matteo e in poche ore la canzone è stata rifinita. Abbiamo capito subito che era il pezzo giusto».

La scrittura è un processo condiviso all’interno della band. Matteo evidenzia: «Io avevo già un progetto da solista e scrivo da tempo, quindi inizialmente ho fatto da guida agli altri. Amore Criminale, il nostro primo brano, l’ho scritto io e poi l’abbiamo arrangiato insieme. Ma da lì in poi la scrittura è diventata sempre più collettiva. Alcuni testi nascono dalle nostre esperienze personali: uno dei nostri inediti, per esempio, è basato su una lettera che l’ex fidanzata aveva scritto a Mario. Per lui è stato un modo per dare voce alle sue emozioni».

I progetti per il futuro

Ora che il nuovo singolo è pronto, quali sono i prossimi passi?
«Stiamo ancora capendo. Quest’anno abbiamo lavorato tanto in studio per avere molto materiale inedito da pubblicare. Le date ci saranno, resta solo da definire se già in primavera o a partire dall’estate. Il sogno di un album c’è, ma vogliamo prenderci il nostro tempo per sperimentare».

Le difficoltà di una band calabrese emergente

Quanto è difficile emergere nella nostra terra?
«Tantissimo! Ci sono molti ostacoli, soprattutto culturali. Qui la musica viene vista più come un passatempo che come una professione. Fare il musicista non è un gioco: ci impegniamo, investiamo tempo e non ci aspettiamo un ritorno economico immediato, perché sappiamo che serve tempo, una certa progettualità e le persone giuste. Purtroppo, c’è anche una competizione ‘inutile’ e poca voglia di collaborare tra i collettivi locali. Il pubblico, paradossalmente, è l’ultimo dei problemi: se ci fossero più spazi e più opportunità, la gente ascolterebbe volentieri».

La filosofia degli Ynsanya

Non hanno una frase manifesto, ma ce n’è una che in tanti ripetono dopo aver ascoltato Don’t look back in hangover: "Balla, bevi, ridi: NO!". Il significato? «Divertiti, ma con le giuste precauzioni: sappi che ci possono essere delle conseguenze».

E con questa consapevolezza, gli Ynsanya continuano a costruire il loro percorso musicale, con passione e determinazione.