Parlare di Calabria ma in modo creativo, partendo dalle illustrazioni che raccontano la nostra regione tramite storie, personaggi e stereotipi da sfatare. Tutto questo è The Calabreser, il progetto di Giuseppe Talarico, originario di Cicala in provincia di Catanzaro che abita a Reggio Calabria, che ha pensato al progetto in un momento poco creativo, in cui sentiva il bisogno di una spinta un po' più artistica nella sua vita professionale di grafico, che lo aveva visto mettere da parte l'illustrazione.

Nasce così lo scorso anno The Calabreser, una rivista immaginaria che prende spunto dal The Times, che parla di Calabria con un taglio pop, raccontando anche le storie della tradizione rivisitate in chiave più moderna e ironica, sradicando gli stereotipi che fanno parte della nostra cultura. «In Calabria ci prendiamo troppo sul serio a volte, e con la rivista volevo alleggerire questa parte un po' stereotipata del nostro essere permalosi, raccontandoci quindi in chiave più leggera, usando il modo più semplice: le immagini, che rendono la comunicazione immediata e le storie riconoscibili» dice Giuseppe, che ha lavorato in un call center fino ai 30 anni, per poi iniziare a lavorare come grafico in un'agenzia e facendo lavori di illustrazione. Alcuni gli hanno portato visibilità anche a livello nazionale, come quello per il video di  J-Ax e Fedez, per i quali ha realizzato delle animazioni insieme a Fabio Gaudio.

L'inizio del progetto

«All'inizio del progetto ero da solo, e le prime 16 copertine sono state realizzate interamente da me, con l'obiettivo di pubblicare settimanalmente, dandomi delle scadenze da rispettare. Poi man mano si sono aggiunti altri illustratori e illustratrici, che volevo fossero rigorosamente calabresi, poiché puntavo molto sul fare rete proprio qui in Calabria. È stato bello infatti vedersi e conoscersi tutti di persona, cosa che ci ha portato successivamente a collaborare tra di noi anche per altri lavori, creando così un momento per incontrarsi, visto che nella nostra regione invece credo manchino gli eventi giusti dedicati al confronto e all'incontro».

Il primo numero è stato un emblema degli stereotipi che ci circondano e che molto spesso sono usati per descriverci: Compare Eustachio, un personaggio con coppola e baffoni e con in mano un peperoncino è il personaggio scelto per la prima uscita della rivista, rifacendosi alla prima copertina del The Times risalente al 1925 che ritraeva Eustace Tilley. Dopo la prima uscita si sono susseguiti personaggi, fantastici o reali, e storie, passando per luoghi e tradizioni, sempre con leggerezza. C'è Giangurgolo, la maschera calabrese della commedia dell’arte, Rino Gattuso, San Brunori tra i lavori più riconosciuti di Talarico, il ballo dei giganti, e quello del cammello in fiamme, il lago Cecita, ma anche immagini di simboli iconici usati con ironia, come i Bronzi di Riace o le Bagnarote, solo per fare alcuni esempi delle copertine, che si possono anche ordinare sul sito in varie grandezze. E per ognuna c'è una storia a corredo per descrivere meglio l'illustrazione.

Il progetto per il secondo anno

Durante il primo anno l'obiettivo era realizzare una copertina a settimana per un totale di 52 illustrazioni, progetto che avrebbe dovuto concludersi a compimento del primo anno. Ma l'interesse che non solo i calabresi hanno dimostrato nei riguardi delle stampe, richiedendone l'acquisto e l'invio, e i vari eventi e mostre ai quali la rivista è stata invitata, ha spinto i promotori del progetto a continuare. «Sono stati 26 gli illustratori e le illustratrici che hanno lavorato a The Calabreser, di cui 22 calabresi e 4 stranieri. Ora inizierà il secondo anno, con delle novità rispetto a quello passato, e proprio in questi giorni ci sarà l'uscita del numero 1 dell'anno 2024. Ci saranno altre collaborazioni per pagine che parlano di Calabria, e inizieranno a far parte delle attività anche artisti provenienti da altre regioni innamorati della Calabria, un'apertura necessaria rivolta ad altri professionisti nell'intento di riuscire a vederla e illustrarla con gli occhi di chi qui non ci vive» dice ancora Talarico, soddisfatto dell'andamento del progetto, che sta ottenendo sempre più visibilità e successo.

«Per questo secondo anno vorrei aggiungere qualche tematica più particolare, senza entrare troppo nello specifico ma comunque raccontando ad esempio di emigrazione, di restanza, argomenti di cui si sta parlando molto riguardo alla Calabria e ai quali vorrei dare un contributo» dice ancora Giuseppe, che quest'anno ha avuto la possibilità di conoscere e confrontarsi con molte realtà territoriali che lo hanno spinto ad essere ancora più ottimista, e a pensare che anche sul nostro territorio qualcosa sta cambiando e che fare rete è fondamentale per non restare piccole isole. «Abbiamo tante cose di cui lamentarci, però sono convinto che possiamo superare tutto se si collabora, volontà che vedo anche da parte di tante altre realtà, che come The Calabreser vogliono svecchiare l'immagine di una Calabria retrograda».