È stata proprio la voglia di raccontare storie a spingere Manuela Scarfò, in arte Mau Scarf, a creare una connessione tra l’illustrazione, sua passione da sempre e suo campo professionale da qualche anno, e i tessuti, attitudine quest’ultima nata per caso proprio durante un master.

Mau, come ormai è conosciuta da tutti, nel suo laboratorio a Siderno sulla Riviera dei gelsomini, dove lavora anche come illustratrice freelance, crea pattern da realizzare sui tessuti in cotone da mettere su foulard, astucci e piccoli accessori per raccontare storie belle ma anche dolorose che parlano di una Calabria a volte dimenticata.

Dall’illustrazione ai tessuti

Mau Scarf inizia il suo percorso studiando scenografia all'Accademia di belle arti di Reggio Calabria, e continuando poi con un master in editoria a Macerata. Dopo il suo ritorno ha la possibilità di intraprendere due esperienze nel campo dell’editoria, per poi buttarsi in quella che definisce avventura, con la sua firma Mau Scarf. Il suo nome pare richiamare in tutti i sensi quello che un giorno sarebbe diventato il suo lavoro. Inoltre il cognome Scarfò ha origine da un'isola greca, e sembra che nasca dalla parola matita. Praticamente un destino già scritto. 

Mau era il suo nomignolo, quando alle superiori gli amici dovevano distinguere le due Manuela nella sua classe. E Scarf, diminutivo di Scarfò, che in inglese significa sciarpa, foulard, al principio era un pretesto per far nascere la collezione dei foulard, o semplicemente un invito a produrre questi accessori, che avrebbero solo preceduto la produzione anche di altri.

Al master conosce una collega che aveva spostato il suo interesse dall’illustrazione al campo tessile. Questa cosa la incuriosisce molto, e si avvicina quindi anche lei al tessile, iniziando il suo progetto dalla voglia di raccontare storie da realizzare su tessuto. «I miei “racconti” sono per lo più collegati alla natura, un modo per rimanere connessi a questo elemento e alle cose che ci circondano, anche se molte ci fanno paura, mentre altre ci somigliano o hanno delle caratteristiche alle quali possiamo aspirare. A me piacciono molto i coleotteri ad esempio - spiega - perché fuori sono forti, e sono piccoli ma tenaci». Mau crea pattern - moduli di illustrazioni che si ripetono - in base alla storia che vuole realizzare, pensando anche al tipo di accessorio finale, e spesso è l’immagine stessa a suggerirle se funzionerebbe maggiormente come immagine singola o come pattern

Storie di Calabria su piccoli accessori

I suoi pattern, che rappresentano tramite la natura storie della Calabria, vengono poi stampati su fasce, astucci, pochette, scrunchies e piccoli accessori, coloratissimi e fantasiosi, dando vita a qualcosa che in qualche modo con la sua vivacità allontana le negatività facendoci riconnettere con noi stessi e con la natura. Una delle sue collezioni racconta ad esempio la storia dell’ailanto, pianta importata dalla Cina alla Calabria nel ‘700 per favorire la produzione della seta, scelta che però si rivelò infruttuosa visto l’arresto della produzione della seta stessa.

Da poco tempo ha raccontato anche la storia della ginestra, pianta che da vita al noto tessuto, tramite un progetto condiviso con Adele Murace, orafa artigiana anche lei calabrese. Le due giovani hanno voluto contribuire a diffondere la conoscenza del fiore, ma anche la conoscenza del legame che questa pianta ha con il territorio. «Così abbiamo realizzato dei portagioie in numero limitato che avevano sia il tessuto antico in ginestra che il pattern realizzato da me. Il prossimo progetto vorrei farlo sul gelsomino. Abito in quel tratto chiamato Riviera dei gelsomini, c’è quindi già una connessione - dice Mau - ma soprattutto c’è anche una storia di sfruttamento delle donne della zona che raccoglievano nei campi  questi fiori».

Le gelsominaie infatti, erano costrette a stare chine sui campi per ore, e ad andare negli appezzamenti di terra anche in piena notte per la raccolta, con un salario molto basso rispetto al lavoro che svolgevano quotidianamente e con non pochi sacrifici, tra gli anni ‘30 e gli anni ‘70. «Non c’è per tutta l’aerea la presenza della pianta o di un museo che parla di quello che ha rappresentato la raccolta qui nella zona, non una traccia della storia che fu dolorosa per tante donne del territorio. Mi piacerebbe per questo farlo rifiorire e dargli respiro facendo conoscere anche l'aspetto negativo di quello che ci lega a questo fiore».

Progetti presenti e futuri 

«Adesso sono in fase di trasloco, rimarrò sempre a Siderno ma in uno spazio ricavato a casa, che sarà in ogni caso sempre aperto a chi volesse passare a trovarmi e vedere i miei lavori» dice Mau, che parla anche dei progetti appena conclusi e di quelli futuri. Come la collaborazione con Massimo Sirelli, tra i più interessanti artisti italiani di pop e street art, con il quale l’illustratrice ha lavorato sia nel progetto Porte D’artista, sia per il grande murale di 200 metri quadri realizzato a Marcellinara, in cui appaiono figure che ricordano la vita rurale realizzate in chiave pop, tra cuori e hastag. «È stato bello lavorare insieme a lui, perché nonostante si partisse da una sua idea iniziale, voleva collaborassimo tutti insieme e che ognuno mettesse del suo, dalla scelta dei colori alle forme» ci dice ancora Mau, che fa parte anche dell’associazione Biloba Officina Creativa, associazione artistico culturale che si occupa di generazione urbana, tramite laboratori, corsi di formazione, mostre, happening, eventi interattivi e collaborazioni artistiche. Oltre a realizzare murales tra Siderno Superiore e Siderno Marina, l’associazione ha anche organizzato un piccolo laboratorio di pittura bendata, seguendo la teoria di Robert Morris, che usava questa tecnica per liberare la propria arte, e uno sulla lavorazione della terra cruda per la creazione di oggetti

L’illustratrice gira anche per la Calabria portando la sua arte e proponendo i suoi laboratori in cui si apprendono le tecniche base per realizzare pattern e metterli su tessuto. Il prossimo si svolgerà a Bivongi, in provincia di Reggio Calabria, nell’ambito dei progetti We’re South, dove si potrà apprendere come creare il proprio pattern personalizzato da stampare su qualsiasi supporto.