La Calabria la possono salvare solo i calabresi. I giovani calabresi. Quelli forti e determinati come Federica Basile che diventata un'affermata operation manager di Amazon in Inghilterra, decide di tornare nella sua terra, rinunciando così ad una importante carriera. Federica aveva già in mente un progetto ambizioso per l'azienda. Lei ha una mente aperta, uno spirito forte e notevoli capacità di guardare avanti. Papà Carmelo Basile sarà sicuramente felice di tutto questo. Del resto, buon sangue non mente. 

Fattoria della Piana è un’attività produttiva all’avanguardia e di straordinario valore per la Calabria e anche per tutto il sud. Federica, benché piuttosto giovane, è una protagonista di quanto accade e delle scelte strategiche dell’azienda agricola di Candidoni, nella Piana di Gioia Tauro. Davanti ad un così straordinario successo, tutti si chiedono come sia stato possibile in una realtà così difficile. Intanto bisogna dare merito al grande lavoro fatto da suo padre, Carmelo Basile.

Federica Basile con suo padre in azienda

«Fattoria della Piana - spiega Federica - è stata fondata nel 1930 e da allora si è reinventata diverse volte, innovando e cercando sempre di confrontarsi al meglio con il mercato. Mio papà ha iniziato a lavorare in Fattoria da prima che io nascessi, nel 1989, e da allora ha cercato di fare in modo che l’azienda si aprisse alle altre realtà del territorio e affinché crescesse fino a diventare uno dei primi produttori di formaggi della nostra regione. Infine, mio padre ha anche portato avanti un’altra sua grande passione: l’energia rinnovabile. Dal 2008, con il primo impianto di biogas che usa gli scarti di lavorazione agricola per produrre energia, mio padre ha iniziato a lavorare alla creazione di quello che oggi noi chiamiamo ecosistema Fattoria che si basa sui principi di sostenibilità e circolarità”.

Tanta determinazione

Federica hai fatto una scelta di vita: tornare in Italia e partecipare attivamente alla gestione dell’impresa. Sicuramente c’è voluta una forte determinazione. «Purtroppo tanti ragazzi della mia generazione sono andati via dalla Calabria per studiare, come me, e non sono più rientrati e penso che questi sia uno dei maggiori rischi che corre il nostro territorio. Durante la mia esperienza lavorativa in Inghilterra ho capito che, pur essendo il mio ruolo e il mio lavoro importante, ci sarebbe sempre stato qualcuno pronto a farlo al posto mio mentre qui in Italia ed in Calabria ho la sensazione di poter fare la differenza ed essendo cresciuta in una realtà come Fattoria della piana ho sentito la responsabilità di provare a fare la mia parte per la Fattoria ed il territorio».

Qualche settimana fa avete raccontato l'ecosistema Fattoria della Piana nell'incontro internazionale organizzato da Lely sull'economia circolare.  «Le due caratteristiche principali della Fattoria - spiega Federica Basile - sono la circolarità e la filiera, infatti la Fattoria opera all’interno di tutta la filiera lattiero casearia, dalla coltivazione dei campi, all’allevamento di capi da latte, alla produzione di formaggi tipici della tradizione calabrese che poi vengono distribuiti in tutto il mondo. La sostenibilità è alla base dell’innovazione in Fattoria ed è per questo che ci siamo impegnati nella creazione di un sistema di produzione integrato capace di ottimizzare le risorse e raggiungere l’autonomia energetica grazie all’impianto per la produzione di biogas, uno dei più grandi impianti di fitodepurazione del meridione, ed i nostri pannelli fotovoltaici che coprono tutti i tetti delle stalle».

L'innovazione

Si sta continuando con lo spirito di innovazione?

«Perseguendo innovazione e sostenibilità stiamo continuando ad investire in nuovi progetti ed in particolare nell’ultimo anno abbiamo lavorato per mettere in funzione un sistema di mungitura robotizzato a flusso libero, che migliora il benessere degli animali, il controllo della qualità del latte, e facilita il lavoro degli operatori, e stiamo completando l’espansione e modernizzazione del nostro caseificio. In Fattoria ogni giorno lavorano 127 persone di 18 nazionalità differenti, di cui molti giovani inseriti a tempo pieno in seguito al programma di alternanza scuola lavoro».

Donna e imprenditrice

Giovane, donna e imprenditrice. Sarebbe interessante se Federica si raccontasse per farci capire chi è e dove vuole arrivare.  «Sono una persona a cui piace fare il proprio lavoro, lavorare con le persone e imparare da loro mi motiva a cercare di fare sempre di più. Difficilmente riesco a stare zitta, anche quando dovrei e mi viene detto che, anche quelle poche volte che sto zitta, il mio viso parla per me! Non mi spaventano le responsabilità ma a volte ho paura di non riuscire a fare abbastanza ed è lì che capisco di essere una persona fortunatissima perché, di solito, c’è sempre qualcuno della mia squadra che mi rincuora e mi ricorda perché amo fare il mio lavoro».

Fare l’imprenditore in Calabria non è affatto facile. Qui tutto è complicato.

«Fare impresa in Calabria sicuramente può sembrare complicato però, se da un lato ci sono delle difficoltà infrastrutturali, dall’altro ci sono moltissime opportunità che aspettano di essere colte. Penso che se si guarda ai problemi come opportunità e si impara a fare squadra, la Calabria ha delle risorse incredibili da offrire e penso che i giovani calabresi siano, secondo me, le persone giuste per coglierle e costruire un futuro diverso per la nostra regione».

Laboratorio didattico

Fattoria della Piana è anche un laboratorio didattico, nel quale si insegna ai ragazzi ad amare la vita agricola, la natura, l’ambiente. 

«Far vedere ai bambini che il latte non viene fatto in una fabbrica e raccontare loro il lavoro che c’è dietro un pezzo di formaggio è fondamentale per noi. Negli anni abbiamo avuto anche la possibilità di collaborare con l’alternanza scuola lavoro e grazie a questo percorso abbiamo avuto modo di far conoscere a tanti ragazzi il mondo dell’agricoltura e diversi si sono appassionati e sono poi diventati parte integrante dell’azienda ed ancora oggi lavorano con noi con contratti di lavoro a tempo indeterminato».

Il modello di vita occidentale, basato sul consumo senza rispettare l’ambiente, probabilmente è già fallito.

«Il marketing è uno strumento affascinante e tutte le nostre aziende devono imparare a padroneggiarlo; tuttavia, penso sia fondamentale che anche i consumatori imparino a conoscerlo meglio per diventare più consapevoli. Penso che in generale si sia innescato un ciclo distruttivo in cui incertezza per il futuro e insoddisfazione alimentano la nostra necessità di possedere sempre di più senza capire realmente cosa c’è dietro ciò che acquistiamo e soprattutto senza capire che essere felici è green perché raramente chi è felice sente la necessità di consumare ossessivamente. Questo è quello che auguro a tutti noi, un futuro più felice e quindi più sostenibile, in un mondo che non ci veda come un peso ma come delle risorse».