Un'altra prospettiva sul Sud, farcita di ribellione e lotte contadine, offerta dal duo artistico formato da Beatrice Candreva e Nicola D’Imperio. Un progetto nato nel 2016, due gli spettacoli portati nelle piazze per raccontare duecento anni di storia
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Carte giganti, installazioni, canti popolari che raccontano la questione meridionale, tra racconti di briganti, personaggi, riforme agrarie e l’occupazione della terra. Storie e cultura popolare si intrecciano negli spettacoli itineranti di Kalura, duo che riesce a trasformare piazze e spazi pubblici in palcoscenici in cui anche il pubblico diventa parte attiva delle performance. Ogni oggetto presente sulla scena è fondamentale per guidare lo spettatore nel viaggio attraverso la storia, approfondendo periodi ed episodi spesso dimenticati.
Conosciamo Beatrice Candreva e Nicola D’Imperio, protagonisti di questo viaggio artistico e scenico unico nel suo genere, che con i loro spettacoli offrono un’altra prospettiva sul Sud e il Meridione.
Il progetto e i protagonisti
Approfondire la cultura del sud Italia e della Sicilia, è questo il filo conduttore che lega gli spettacoli di Kalura, artisti che affrontano aspetti che vanno dal meridionalismo a questioni storiche, geopolitiche e antropologiche, rappresentando l’identità meridionale. Tutto ciò mescolando vari ambiti di ricerca e approfondimenti, soffermandosi soprattutto sulla ricerca di cultura popolare ma anche su studi accademici. A formare il duo artistico sono Beatrice Candreva, calabrese originaria di Firmo, piccolo paese arbereshe, cresciuta a Firenze ma ritornata in Calabria da qualche anno, “cantora” del gruppo con i suoi canti femminili calabresi, e Nicola D’Imperio, lucano, di Trecchina, che si occupa di illustrazioni, stampa e teatro. L’unione dell’arte e delle competenze di entrambi ha dato vita a vari progetti che i due artisti portano in giro per le piazze e i festival calabresi, spingendosi anche nelle altre regioni del meridione. Nicola D’Imperio accoglie fin da subito il pubblico con ironia ed entusiasmo, ospite sempre all’altezza di qualsiasi pubblico si trovi davanti, adulto o più giovane che sia. Beatrice Candreva, che continua i suoi studi sui canti calabresi femminili, riesce ad affascinare con la sua voce dalle prime note, facendoci ripercorrere storie finora rimaste inascoltate. Il teatro e la musica che si incontrano, dando vita ad uno spettacolo originale ma che si rivolge ad un pubblico sempre trasversale. Il duo si occupa anche di serigrafia, e realizza poster, gadget, t-shirt, facendo un lavoro perciò anche sull'immagine collettiva meridionale, diffondendola in giro per il mondo.
La ricerca della questione meridionale
Il lavoro di ricerca di Kalura confluisce nella realizzazione di illustrazioni e grafiche il cui obiettivo è quello di rappresentare quella che è l’identità meridionale, costruendo un immaginario del Mediterraneo. «Ci occupiamo di studi meridionali all'interno di quelle che sono anche situazioni globali, aiutandoci con immagini iconiche. Ad esempio utilizziamo i ritratti di briganti famosi, che sono parte della nostra storia, in versione pop, o ancora interpretando le carte napoletane, facendo pop art anche con collage di poster cinematografici» dicono Beatrice e Nicola.
«E poi in Calabria abbiamo numerose vicende storiche del dopo guerra, che riguardano l’occupazione delle terre, ma non c’è molto nella memoria collettiva, quindi come artisti ci piaceva l’idea di rappresentare graficamente con l’illustrazione quel periodo, in modo da avere delle icone e delle immagini di riferimento. Come ad esempio il poeta Rocco Scotellaro, o scene di occupazione della terra, che ha dato vita a varie illustrazioni».
Nasce così per Kalura l’idea, nel 2016, di realizzare una serie di installazioni artistiche e di allestimenti urbani, con poster fatti di stampe e carta riciclata, carte giganti sistemate a mo’ di castello, e le immagini dei briganti. Farlo nelle piazze e nei luoghi pubblici è ovviamente una scelta fatta non a caso, per creare connessioni con il pubblico, che durante gli spettacoli è chiamato ad interagire e partecipare.
Munnu Era e Riziku, tra personaggi storici, carte giganti e la mappa dell’Europa
Sono principalmente due gli spettacoli che Kalura porta in giro per le piazze del sud. Il primo è Munnu Era - canti, cunti e riti antichi, che racconta la storia dell’Italia meridionale e della Sicilia all'eversione della feudalità, alla Seconda Repubblica, in un viaggio attraverso quasi 200 anni di storia, dal 1806 al 1992, fino ad arrivare al neoliberismo, puntando l’attenzione sulla questione della terra e le lotte contadine.
«Poniamo l’attenzione in questo spettacolo soprattutto sul settembre del ‘43, quando avanzavano le truppe alleate e in Calabria, nel Marchesato crotonese, nascevano delle occupazioni spontanee della terra. Senza dimenticare l'importanza dei decreti nati grazie a Fausto Gullo, di quando dalla Calabria inizia a crescere il movimento contadino per l’occupazione dei terreni, e di come è avvenuta la resistenza al sud, che non fu una lotta armata ma una lotta pacifica per la terra».
Si mescolano così in Munnu Era il mondo contadino e le sue lotte, con altri fatti storici e con i culti cosmico-agrari che si celebrano durante l'anno, i canti di protesta dei movimenti contadini, così come le varie tarantelle e i canti antichi, in cui si alternano fatti storici e riti. Durante lo spettacolo vengono infatti ripresi i riti del carnevale tradizionale, come quello di Tricarico, la cerimonia della mietitura, come quella che si svolge a San Giorgio Lucano, e i riti arborei grazie al brano “Fronni d’alia”, un canto tradizionale lucano. Tutti momenti che coinvolgono in modo diretto gli spettatori: la cerimonia della mietitura viene sempre eseguita da una donna del pubblico, coinvolto anche durante la benedizione e il lancio del grano, e la rota della tarantella. Carte napoletane giganti rivisitate e poster di personaggi e situazioni del passato, sono parte integrante della scenografia che si arricchisce con i “cunti”. Tra riti, narrazioni delle riforme del ‘50, e della Cassa del Mezzogiorno, la particolarità sta nel fatto che i due artisti di strada adattano lo spettacolo al contesto in cui si trovano, in base agli avvenimenti che si sono svolti nel passato in quel preciso luogo o nelle vicinanze.
L’altro spettacolo ideato e messo in scena da Beatrice e Nicola è lu Juoco de lu Riziku, che prende il nome dal Risiko, famoso gioco da tavolo in cui si creano le strategie per il dominio dei paesi del mondo.
Grazie alla presenza di carte giganti e una mappa grandissima dell’Europa, viene raccontato il periodo che dal 1815, anno della cosiddetta Restaurazione, arriva fino a giorni nostri, utilizzando dei parallelismi tra l’impero britannico di allora e quello angloamericano dei tempi attuali. La storia parte dai fatti che riguardano Ferdinando II di Borbone, detto Re Bomba, che dichiara che le Due Sicilie ripudiano la guerra, mentre le regole del gioco si basano sugli accordi della pace della Vestfalia del 1648, dalla quale nasce il diritto internazionale. In campo dadi, barchette di carta, cannoncini e carte speciali, tutti oggetti utili alla conquista degli altri imperi. Anche qui non mancano momenti di musica popolare, grazie a Beatrice la cantora e, in alcune occasioni, anche ad altri artisti musicali che hanno prestato la loro professionalità e la conoscenza del mondo popolare, collaborando con gli spettacoli di Kalura. E poi il linguaggio popolare, che arriva a tutti, tramite anche espressioni nei vari dialetti del sud.
«U Juoco de lu Riziku nasce dall’esigenza da parte nostra di approfondire il Brigantaggio, argomento che in molti hanno trattato e trattano ancora, ma con uno sguardo più attento anche a quello che è successo nel periodo precedente al 1860, che non tutti affrontano».
La prossima “impresa” sarà invece quella di intraprendere un viaggio al contrario dando vita al Ri-tourn-nella: Kalura dalla Toscana ritornerà verso la Calabria a partire dal 26 di dicembre, e lungo la discesa cercherà di riempire con la sua arte, tra spettacoli e installazioni particolari, spazi e luoghi, alcuni dei quali già definiti, non escludendo la possibilità di aggiungere altre date al viaggio che li riporterà senza fretta a casa.