La cavità si trova a Frascineto: secondo una storia narrata di generazione in generazione all'interno sarebbe custodito uno scrigno preziosissimo sorvegliato da un grosso serpente: per riuscire a portarlo via c'è un solo modo
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C'è un tempo per ogni cosa. Anche per restare in silenzio ed evitare che una semplice domanda, posta nel momento sbagliato, possa trasformare un annunciato pericolo in un disastro. La leggenda della grotta di Manfriana, situata nel territorio di Frascineto, insegna proprio questo: le parole vanno inserite nel contesto più opportuno. Possono essere le più belle o le più intelligenti, ma bisogna tirarle fuori quando le circostanze soffiano a favore e non controvento.
Ma procediamo con ordine per conoscere i dettagli della misteriosa vicenda. La grotta della Manfriana è una cavità che presenta varie diramazioni. Si addentra con una serie di incursioni nella pancia dell'omonimo monte che sovrasta la cittadina della provincia di Cosenza. E, secondo la leggenda, alla fine di una di queste gallerie, nello specifico quella dalla forma ad imbuto, sarebbe collocato un ricco tesoro. La tradizione racconta inoltre che a tenere sotto controllo lo scrigno dal preziosissimo contenuto, per impedirne il furto, ci sia un enorme serpente. Tuttavia esisterebbe un modo per portare via il tesoro: far entrare in una bottiglia il rettile senza proferire però alcuna parola. Per uscire indenni dall'impresa bisogna consegnarsi dunque al silenzio, tenere serrate le labbra, spegnere i discorsi. Una richiesta di aiuto sussurrata o urlata a gran voce, in questo caso, si tradurrebbe in una condanna a morte, nella fine del gioco, nel fallimento di un azzardato tentativo per un immediato arricchimento.
A Frascineto, comunità di origine albanese, la leggenda della grotta della Manfriana continua a farsi strada, ad avanzare sulla linea del tempo e ad essere trasferita come una staffetta alle generazioni successive. Ci sono storie che si ripetono, procedono, ma che non sanno per quanto tempo ancora potranno contare su orecchie disposte ad ascoltarle. Nel frattempo, esercitano il loro misterioso fascino attraverso il passaparola della gente, il passaggio a voce da un'esistenza ad un'altra.
Secondo la leggenda, due uomini del posto decisero di sfidare il serpente per provare a sottrargli il prezioso bottino. L'impresa inizialmente sembrava avesse preso la piega giusta. I due avventurieri videro il rettile entrare in una bottiglia che avevano appositamente posizionato lì vicino e quando l'animale fu quasi completamente all'interno del contenitore la situazione cambiò di getto. Fu tutta colpa di una domanda, di una curiosità spuntata al momento sbagliato. Uno dei due uomini infatti chiese a voce alta: «Come fa un serpente così grande ad entrare completamente in una bottiglia così piccola?». Fu allora che una gigantesca esplosione scaraventò i due malcapitati fuori dalla cavità determinando la fine della loro impresa.
Ad una lettura più profonda, il racconto porta alla luce una grande verità: il guadagno può essere considerato facile soltanto all'apparenza. Il pericolo è sempre in agguato, pronto a deflagrare in certi casi al minimo errore, al primo passo falso compiuto. Ma insegna anche che, in ogni momento, bisogna badare alle parole perché, una volta uscite fuori dalla nostra bocca, non possono più essere ritirate.