Oggetti per la casa, mobili antichi, quadri, vecchi ritratti, abiti e suppellettili: oggetti destinati a essere buttati ritrovano nuova vita nelle mani di Antonio Scarfone, scultore che nel centro storico di Sant’Agata del Bianco, in provincia di Reggio Calabria, ha aperto il museo delle cose perdute.

Antonio Scarfone, da sempre affascinato dal raccogliere oggetti usati, fin da bambino, li mette da parte, li accumula fin quando nel 1994 decide di far usufruire anche gli altri del suo grande tesoro.

Dalle spugne e coralli risalenti a centinaia di milioni di anni fa, ritrovati lì dove una volta c’era il mare, fino ad oggetti più recenti, che hanno tra i 100 e i 40 anni, tutto continua ad essere sistemato da Antonio, in quella casa dove il tempo sembra fermarsi grazie all’illusione che i vecchi oggetti donano a chi decide di entrare.

Molte sono le persone che arrivano a Sant’Agata del Bianco per visitare questo luogo suggestivo, emozionandosi molto spesso davanti a oggetti che ormai fanno parte di una vita che non esiste più. Altri oggetti ricreati invece da Antonio grazie a fili di ferro e di rame destinato al macero, riprendono forma arricchendo il centro storico, le vie e le vecchie finestre, a rafforzare il concetto di bellezza di un tempo passato cristallizzato per sempre tramite espressioni d’arte fatte con il cuore.