Il creativo di Reggio Calabria è ormai un professionista affermato a livello internazionale, ma resta molto legato alla sua terra e alla sua famiglia dalle quali trae ispirazione per le sue creazioni
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Chi non ha notato le iconiche immagini dei premi Mulino Bianco stampati sulle confezioni dei biscotti quest’anno? “Il Coccio delle origini 2022”, “La biscotazza 2022” e la caffettiera scalda-bevande “La mattutina” sono le originali produzioni per la colazione disegnate e progettate dal designer calabrese Antonio Aricò e messe in palio dalla raccolta punti 2022 dello storico marchio italiano lanciato dal Gruppo Barilla.
«Collaboro con Barilla, e in particolare con il Barilla Global Brand Activation, da dieci anni - spiega il designer - Dopo aver maturato molta esperienza nel settore del disegno industriale per la casa, abbiamo deciso di proporre al pubblico dei progetti innovativi, in grado di trasmettere i valori del brand che più sono vicini al mio lavoro, ovvero l’idea di trasformare i riti e le tradizioni in qualcosa di nuovo e contemporaneo».
Proprio su questa linea di pensiero, Antonio Aricò, nato e cresciuto a Reggio Calabria, e oggi affermato designer a livello internazionale, sviluppa il suo lavoro a partire dalla combinazione di arte, artigianato e design, in armonia con gli elementi della tradizione. In questo senso, in ogni suo progetto, la freddezza del mondo dell’industria è sostituita dalla poesia, dalla fantasia e dal romanticismo del passato, vividamente riportati in vita nei giorni nostri, per una produzione artigianale di design made in Italy proposta in alcune delle gallerie e dei marketplace più prestigiosi del mondo.
«Lavoro in tutto mondo, ma il mio posto è la Calabria»
Dal singolo prodotto all’interior design, quelle di Antonio Aricò si possono definire delle vere e proprie opere emozionali, che spaziano oltre i confini del pensiero tradizionale: mobili, oggetti, design su misura, case private, lavori curatoriali, direzioni artistiche e molto altro ancora, diventano innovative soluzioni, in grado di toccare il cuore e la mente delle persone.
«Il design per me è stato un incontro unico ed eccezionale, che oggi rappresenta il mio posto nel mondo. Fin da piccolo sono cresciuto circondato da una famiglia creativa e tutto fare: il nonno falegname, la zia sarta, mia mamma insegnante di scuola materna che mi coinvolgeva nella realizzazione di scenografie, costumi, vetrine- racconta il designer - Dopo il liceo, ho scoperto l’esistenza di questa disciplina in grado di unire il mio spirito creativo alla mia formazione più tecnica. Per questo ho intrapreso il percorso di studi al Politecnico di Milano, che è diventato il mio parco giochi, dove continuare a formarmi e mettere in pratica tutte le esperienze della mia infanzia in Calabria».
Con un occhio sempre rivolto alle origini, negli ultimi dieci anni, Antonio Aricò, insieme al suo team e alla sua famiglia, ha sviluppato prodotti e idee creative per aziende internazionali, collezionisti privati e istituzioni culturali. «Ho avuto la fortuna di vivere e studiare in varie parti del mondo - spiega Aricò - All’inizio credevo che questo fosse il mio ingrediente segreto più grande. Ma solo chi nasce dove son nato io può capire quel legame intimo, quel senso di appartenenza arcaico che ti accompagna sempre e ovunque. Oggi, a 39 anni, posso dire di voler continuare a lavorare in tutto il mondo, continuare a imparare e a conoscere clienti e amici di tutti i luoghi, ma la mia base, la mia casa, il mio posto nel mondo, resta sempre Reggio Calabria».
Dal romantico all’archetipo: Aricò è il precursore di un approccio unico
Considerato da molti come il precursore di un approccio unico, in grado di trasportare chiunque attraverso un viaggio fantastico, Antonio Aricò ama concentrare i suoi progetti ispirandosi al romantico e all’archetipico, piuttosto che al solo funzionale. «Design per me equivale alla parola progetto, dove una serie di regole possono essere seguite in combinazione a intuizione e istinto. Stiamo parlando di arte o forse di disciplina? - si interroga il designer. Queste sono le basi della cultura italiana, che oggi sta vivendo un boom a livello internazionale. Possiamo progettare una forchetta, un matrimonio, un ballo, un grattacielo, uno smartphone o un’illustrazione bidimensionale. Tutto è progetto, tutto è design. Tutto ciò che ha un processo e un risultato che conduce a un’esperienza può essere considerato design».
L’approccio innovativo, e allo stesso tempo trasversale al passato, si evince anche dai materiali prediletti nel suo lavoro: «Il tema del materico è quello che preferisco. Amo i materiali veri, onesti, quelli di una volta, che invecchiano con il tempo, che si rompono e che si possono riparare - spiega - Il legno per primo ma anche la ceramica, i tessuti naturali, come il lino, la canapa, il vetro e la pietra. Mi piace trovare in questi materiali semplici e primitivi anche un’anima pop, che possa contaminare, in maniera divertente, lo stile di vita di tutti i giorni».
I progetti futuri e la residenza e il suo studio in Calabria
La cultura mediterranea vive nello spirito delle realizzazioni di Antonio Aricò, che continua a guardare indietro e all’eredità che la sua terra ha impresso nella sua produzione artistica - come si evince dal documentario Le Radici e le ali, nato dal desiderio del designer di imprimere e condividere la sua ricca esperienza identitaria attraverso la tradizione lavorativa e artigianale di famiglia, fino ai temi del design contemporaneo e industriale.
Guardando al 2023, Antonio Aricò annuncia un anno esplosivo, ricco di nuove collezioni e storie che parleranno di design e italianità, ma anche di Calabria, sua amatissima terra: «La Calabria non è presente nei miei progetti come entità regionale, ma metaforicamente come quel luogo, quei ricordi che appartengono a tutti e che sono sotto il nostro naso». Non a caso, tra i piani futuri del designer è in corso la realizzazione di una residenza/studio a Campicello, in provincia di Reggio Calabria, un progetto di ampio spirito artistico, che porterà valore ed eccellenza al territorio calabrese.