Siamo abituati a considerare il muro come un limite, una barriera, un impedimento al cammino, una riduzione della libertà. Eppure non è nella materiale propensione a segnare un confine che una parete circoscrive l'intera sua idoneità: un muro può portare anche più lontano di un ponte, aprire un varco con la fantasia per sbirciare oltre la realtà dell'immediato, sollecitare l'immaginazione fino a concretizzarla.
 
A Cerzeto, in provincia di Cosenza, nell'ambito di un importante progetto curato da "Gulìa Urbana", è stato completato e consegnato nei giorni scorsi un lavoro, e più nello specifico un murale, realizzato dall'artista Claudio Chiaravalloti. L'opera porta con sé non soltanto la bellezza debordante di una rappresentazione ed il talento di un professionista calabrese ma carica sul cemento anche il peso di un messaggio di unione tra due stati, l'Italia e l'Albania. Lo fa all'interno del perimetro urbano di una comunità dell'Arbëria, per l'appunto Cerzeto, che è espressione autentica dell'incontro riuscito tra la cultura italiana e quella albanese. Il piccolo borgo situato nella media Valle del Crati è infatti stato fondato intorno al 1478 da alcune famiglie provenienti dell'Albania e rifugiatesi nella penisola italiana.

«L'unione tra Italia e Albania è sempre più forte. Questo grazie e soprattutto alla comunità arbëreshë che sta facendo un grande lavoro socio culturale. Siamo onorati di far parte di questo percorso - si legge in un post pubblicato da "Gulìa Urbana" -. Non c'è cosa più bella dello scambio culturale». 

Sulla pagina aperta di un muro, fino a poco tempo prima grigio e anonimo, sono finiti così diversi elementi che tengono insieme i due Paesi, separati soltanto fisicamente dal mar Ionio: la bandiera albanese e quella italiana, l'immagine fiera ed orgogliosa dell'eroe nazionale della terra delle aquile Giorgio Kastriota Skanderbeg. Tra i colori e le sfumature dell'opera non manca poi una raffigurazione della chiesa dei santi Pietro e Paolo di Cerzeto. 
 
Ciò che resta da vivere - forse anche questo suggerisce il murale - non è soltanto il futuro. Di fronte a ciascuno di noi continua a rimanere in piedi il passato, forte delle sue radici che non si spezzano e della sua esperienza capace di orientare il destino attraverso i suoi tanti insegnamenti. Resiste la memoria e la coerenza che la rende inscalfibile dalla modernità: il sangue che scorre nelle vene della storia continua ad essere sempre dello stesso colore.