VIDEO | Gli scarti e gli avanzi del progresso industriale e del consumismo sfrenato prendono l'aspetto di simpatici robot grazie alle mani di uno dei artisti più apprezzati nel panorama nazionale
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C'è una vita che va oltre gli ingranaggi. Che si intromette tra i meccanismi, le ruote dentate e i bulloni di ciò che, pur non rispondendo alle leggi della natura, è capace di esprimere una storia, un'esperienza, una biografia. Anche un robot può raccontare una vita e custodire la sorpresa di una nuova esistenza. A raccontarlo bene e con consapevolezza è Massimo Sirelli, uno dei artisti più apprezzati nel panorama nazionale, direttamente dal suo laboratorio di Sellia Marina.
Ed è proprio da lì, da quel luogo della provincia di Catanzaro tanto affascinante quanto silenzioso, che Massimo ha messo a punto, assecondato e fatto crescere la propria creatività. Nell'intento di disfare la noia, è riuscito a costruire se stesso attraverso la scoperta delle proprie passioni e del proprio talento. Dalla graffiti art alle pubblicità, dalle "Porte d'artista" alla sperimentazione di nuovi linguaggi: la carriera di Sirelli è un viaggio in continua ed inarrestabile ricerca, un percorso che ricomincia ogni giorno dalla Calabria. Perché, nonostante i numerosi impegni all'estero e in Italia, Massimo Sirelli ha deciso di restare e mantenere il proprio quartier generale a Sellia Marina. Ha preferito, dopo gli studi effettuati nella città di Torino, di fare ritorno nella regione che lo ha seguito con affetto e ha tifato per lui. Nel lavoro e nella vita.
L'intraprendenza e la creatività dell'art e creative director calabrese hanno portato al lancio del progetto "Adotta un robot". Grazie all'opera e alla ricerca di Massimo Sirelli gli scarti e gli avanzi del progresso industriale e del consumismo sfrenato vengono assemblati fino a diventare dei robottini di compagnia. Sirelli dà così anima e cuore a quegli elementi messi all'angolo dalla modernità, dismessi dalla consolidata abitudine di sostituire ciò che potrebbe esercitare ancora un buon servizio con alternative più luccicanti e costose. Così pezzi buttati o acciaccati prendono l'aspetto di simpatici robot. Il non durare diventa improvvisamente condizione per l'inattesa rinascita di quanto, fino a pochi istanti prima, dormiva silenziosamente sotto il peso della polvere.