Una Calabria da colorare. Con il blu del mare, l'azzurro del cielo, il verde dei boschi. Una Calabria che già c'è e che aspetta soltanto di essere riempita con le tonalità vivaci e le sfumature di una terra in cui le bellezze naturali, artistiche e storiche esercitano il loro fascino nel cuore di chi la attraversa. Una regione che rinnova ogni giorno sé stessa senza disfarsi della propria identità. È una Calabria che si svela agli occhi dei bambini quella tratteggiata in una guida-album, da poco pubblicata e ora disponibile su Amazon, che facilita la scoperta dei tanti tesori disseminati nelle cinque province calabresi.

L'autrice del libro "Calabria da colorare", Caterina Puccio, ha voluto riservare ai bambini e ai loro sguardi pieni di curiosità un modo alternativo per approcciarsi alla conoscenza del territorio, dal Pollino all'Aspromonte. Con la sua iniziativa, Caterina consente ai piccoli esploratori di impiegare creatività e divertimento per colorare antichi castelli, monumenti, paesaggi marini e altri luoghi simbolo della regione, presenti tra le illustrazioni del libro. Pagina dopo pagina, la Calabria si espone con le sue ricchezze e attende che una schiera di pennarelli e matite, impugnati dai bambini, possa colmare, attraverso l'uso di tanti colori, il vuoto tra i contorni dei disegni.

La pubblicazione di Caterina Puccio non è soltanto un libro da colorare. È una vera e propria guida che strizza l'occhio anche ai genitori con una serie di suggerimenti su cosa fare e vedere, insieme ai propri figli, in giro per la Calabria. Inoltre ogni illustrazione è arricchita da brevi descrizioni per condividere curiosità, storie e tradizioni locali. Un'occasione per disporre di maggiori informazioni e smontare così noia e inconsapevolezza. “Calabria da colorare” è disponibile, su Amazon, anche in una versione inglese dal titolo “Coloring Calabria”. Le porte della regione si aprono così, grazie alla scrittrice, ad un pubblico internazionale. 

È grazie al figlio Niccolò che l'autrice di "Calabria da colorare" ha iniziato ad osservare il territorio che le sta intorno da un'altra prospettiva: con gli occhi di un bambino. Ed è forse a quella l'altezza che conviene guardare il mondo. Dal basso verso l'alto. Non per vedere meglio, ma per stupirsi ancora di più.