Una realtà nata nel 2012 a Gioia Tauro per volontà di Paola Bombardiere. Quando è venuta a mancare i nipoti, Caterina, Rocco e Sebastiano, sono subentrati: «In Calabria per servire i più fragili e costruire il nostro futuro»
Tutti gli articoli di Storie
PHOTO
Una realtà al servizio delle fasce più fragili del territorio, realizzata per amore del prossimo e per proseguire l’opera della zia scomparsa di recente a causa di leucemia.
Si tratta della cooperativa sociale gestita con successo dai tre giovani fratelli di Gioia Tauro, Caterina De Leo di 27 anni, Rocco di 23 anni e Sebastiano di 19 anni.
La cooperativa nacque nel 2012 per volontà della compianta Paola Bombardiere, una donna affabile amata dall’intera comunità. Era lei che con dedizione collaborava insieme ai vari Comuni del comprensorio, al fine di erogare servizi socio-sanitari ed educativi e promuovere iniziative in favore delle persone più svantaggiate.
«Mia zia ci teneva tantissimo, passava le notti a seguire i progetti della cooperativa – spiega commossa Caterina -. Lei amava i bambini, i disabili e dava anima e corpo in qualsiasi attività che li coinvolgesse. È stata una fonte d'ispirazione per me e i miei fratelli. Già lavoravamo con lei quando è venuta a mancare. Ha scoperto la malattia nel novembre 2023 ed è stata ricoverata d’urgenza. In poco tempo, nel febbraio successivo, il tumore se l’è portata via a soli 60 anni. A quel punto siamo subentrati noi per non far morire questa realtà, non l'avremmo mai permesso».
Da allora i tre ragazzi hanno proseguito il cammino che la zia gli aveva indicato. Collaborano con diversi Comuni della zona, offrono supporto scolastico ai bambini disabili, assistenza domiciliare agli anziani e sono impegnati in progetti per aiutare le famiglie in difficoltà.
«Nella vita volevamo fare tutt'altro, ma seguendo l’esempio di mia zia, abbiamo scelto di continuare a servire le persone più deboli del territorio – racconta Caterina con orgoglio-. Inizialmente, a causa della nostra giovane età, in alcune situazioni non ci siamo sentiti presi sul serio. Ma adesso le cose vanno meglio e abbiamo trovato tante persone che ci danno fiducia e ci permettono così di rimanere qui in Calabria a costruire il nostro futuro».