Un'edizione straordinaria che ha raccontato ad appassionati, turisti e wine lovers la forza autentica del Gaglioppo, la sua unicità nel panorama enologico italiano
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Il vino di Cirò rappresenta uno dei marcatori identitari della Calabria, conosciuto in ogni parte del mondo e ogni anno rinnova con passione l’invito al Wine Festival che registra record di affluenza di persone. Un’edizione straordinaria quella appena conclusa, un evento ideato dal “Consorzio di tutela e valorizzazione dei vini Cirò Doc e Melissa Doc” che dal 1 al 10 agosto ha raccontato ad una platea variegata di appassionati, turisti e wine lovers la forza autentica del Gaglioppo, la sua unicità nel panorama enologico italiano, l’orgoglio e la tradizione di una storia vitivinicola che sa conservare l’identità del passato, guardando con modernità e consapevolezza alle sfide future.
Hanno partecipato ben 33 cantine che nei giorni dell’evento hanno permesso di offrire diverse degustazioni, accompagnate da professionisti del settore che hanno rappresentato al meglio questo fantastico prodotto made in Calabria.
Ma quanto è importante il vino nell’identità gastronomica calabrese e nelle sue tradizioni? Ho lasciato rispondere uno dei volti più noti del panorama enogastronomico italiano, il giornalista Luciano Pignataro.
«Il vino da sempre è protagonista della cultura gastronomica italiana, per abbinamenti ai piatti, per usanza in cucina, per gusto e sapore. Il vino di Cirò sicuramente con il Gaglioppo ha quella marcia in più di territorialità e identità che gli permette di avere un vantaggio anche su noti vini prodotti al nord. Bisogna essere orgogliosi di quello che abbiamo, della nostra terra, questo è uno dei veri segreti per diventare grandi. Personalmente il Cirò lo vedo bene accostato ad una pasta con la sardella, una poesia perfetta».
Ho avuto l’onore di partecipare alla degustazione delle cantine Librandi, Ippolito1845, Senatore Vini, Cantine De Maio e Brigante, con le delucidazioni di Luciano Pignataro.
Successivamente dopo la degustazione abbiamo intensificato il discorso “food e wine” presso la trattoria “A Casalura” dove abbiamo assaggiato prodotti tipici realizzati proprio dallo chef Peppe Pucci, dai salumi, al tonno sott’olio, passando per la Nduja, alle sarde salate ed infine lo spaghetto con mollica di pane aromatizzato e sarde.
Praticamente la cultura cirotana nel piatto, con semplicità e ingredienti del territorio, chef Peppe Pucci sa il fatto suo e gli rinnovo i complimenti.