Dalle degustazioni alle conferenze passando per la mostra mercato e le famose “Fagioliadi”: arriva a Mormanno l’evento 2024 con esperti e cuochi da tutta Europa
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Torna Slow Beans 2024, sabato 7 e domenica 8 dicembre a Mormanno (Cosenza). Il borgo arroccato sulle montagne nel versante calabrese del Parco Nazionale del Pollino si prepara ad accogliere la rete italiana di produttori di legumi riconosciuti Presidio Slow Food e iscritti all’Arca del Gusto ma anche educatori e cuochi dell’Alleanza Slow Food, agricoltori, esperti e attivisti da Spagna, Scozia, Turchia, Moldavia, Polonia, Germania, Lettonia, Francia e Repubblica Ceca. Con il passaggio di testimone celebrato a Torino in occasione di Terra Madre 2024, l’evento annuale itinerante della rete leguminosa di Slow Food si sposta da Capannori (Lu) che ha ospitato l’edizione di ottobre 2023, a Mormanno, patria del fagiolo poverello bianco Presidio Slow Food.
Nuove geografie, stesso filo conduttore: creare sinergie tra produttori, enti locali e cittadinanza per promuovere un modello alimentare sano e sostenibile, in cui i legumi costituiscono l’elemento chiave per il benessere delle persone e dell’ambiente. Nella cornice del Perciavutti, la storica celebrazione del rito della spillatura del vino nuovo che unisce le comunità del Pollino attorno a sapori autentici e rituali contadini, Slow Beans 2024 è occasione non solo per conoscere e promuovere l’importanza delle leguminose, ma anche per una riflessione condivisa sul giusto valore da dare al cibo: fonte di piacere e condivisione, simbolo di cultura e comunità, ma anche strumento promotore di aggregazione, inclusione e giustizia sociale oltre che economica e ambientale.
«I produttori di legumi della rete Slow Beans preservano e rigenerano suolo e biodiversità, custodiscono ecosistemi e paesaggi agrari, promuovono cultura. Affrontano oggi sfide, come quella climatica, che li rendono protagonisti di scelte tanto difficili quanto virtuose. Soltanto un'azione sistemica può portare efficacemente a sostenere questo modello produttivo, l’unico possibile per la salute delle persone e del pianeta - afferma Roberta Billitteri, vicepresidente di Slow Food Italia -. In questa edizione della manifestazione ribadiamo con forza la necessità di riportare il cibo al centro delle agende politiche, istituzionali e della società civile, attraverso l'incontro e il dialogo tra soggetti e attori diversi, per competenze, capacità e risorse, e interconnessi per un obiettivo comune: uno sviluppo realmente sostenibile, ambientale ma anche, al contempo, economico e sociale».
Al centro della due giorni è la mostra mercato che ospita produttori di legumi da tutta Italia e dall’estero e che domenica si sfidano nella tredicesima edizione delle Fagioliadi, cucinando un piatto a base di legumi che verrà premiato dalla giuria popolare. Sabato, in apertura della manifestazione, una tavola rotonda affronta il tema delle microfiliere come protagoniste del cambiamento per coltivare un futuro possibile, coinvolgendo rappresentanti della rete della Chiocciola, enti locali, divulgatori ed esperti dalle Università di Perugia, Reggio Calabria e Pisa; nel primo pomeriggio i cuochi dell’Alleanza Slow Food Flavia De Marco e Valerio Elefante conducono alla scoperta dei sapori del Pollino in una degustazione a cura della Condotta Slow Food Area Sud Basilicata. Slow Beans è organizzato da Slow Food Italia, Slow Food Calabria, Slow Food Valle del Mercure Pollino e la Comunità dei produttori del fagiolo poverello bianco Presidio Slow Food con il contributo di Regione Calabria, Calabria straordinaria, ARSAC, Parco Nazionale del Pollino, Gal Pollino Sviluppo, Comune di Mormanno, Comune di Laino Borgo, Comune di Laino Castello.
Saranno oltre trenta i produttori che arriveranno a Mormanno appartenenti a comunità di leguminose italiane e internazionali, e produttori calabresi, inclusi Presìdi Slow Food. Un evento che - afferma Teresa Maradei, referente dei produttori del Fagiolo Poverello Bianco - «rappresenta un’opportunità straordinaria per mettere in luce la ricchezza della nostra biodiversità agricola e il ruolo centrale dei legumi non solo nella tutela della salute e della terra, ma anche nel promuovere un impatto socioeconomico positivo per le comunità locali. Il tema che guiderà Slow Beans sarà infatti dedicato a esplorare il potenziale socioeconomico che la coltivazione e la promozione dei legumi possono avere sull’economia locale, contribuendo in modo significativo al sostentamento dei piccoli produttori. Un tema che ci invita a riflettere su come le scelte alimentari e produttive possano generare benefici concreti per i territori».
Soddisfatto della portata dell'evento anche il sindaco di Mormanno, Paolo Pappaterra, che ha accolto favorevolmente la possibilità di inserire Slow Beans all'interno della cornice più ampia della festa di Perciavutti. «I legumi e il vino rappresentano due filiere di valore umano e capitale agricolo importantissimo per il nostro territorio e per il Pollino in generale. Poter discutere e dialogare insieme a tanti uomini e donne che hanno scelto, anche grazie al contributo di Slow Food, di restare sui territori a coltivare la terra ci rende fieri di poter continuare nella traccia di sostegno ad una agricoltura di qualità che sposa i valori della tutela della biodiversità e della qualità per offire un cibo buono, pulito e giusto per tutti». Nella due giorni di Slow Beans tanti sarà gli appuntamenti e le attività collaterali che permetteranno di incontrare, conoscere, acquistare, degustare fagioli italiani e di tutto il mondo, ma anche di aprire un serio confronto sul tema dell'alimentazione e del futuro possibile partendo dai legumi. «Un lavoro lungo diversi anni - ha spiegato Michelangelo D'Ambrosio, presidente di Slow Food Calabria - che ci ha permesso di pensare e poi realizzare un evento che speriamo possa essere significativo per la promozione dei legumi, ma anche di una visione di vita che vogliamo promuovere partendo da un approccio consapevole alle scelte quotidiane. La biodiversità dei territori si lega alla sostenibilità delle produzioni, ma anche alla cultura e l'economia dei luoghi che diventano protagonisti di un modo nuovo di stare nei luoghi che abitiamo o scegliamo di vivere».