La crema spalmabile più conosciuta al mondo premia i migliori panificati del Belpaese e celebra le eccellenze della Calabria, dai forni delle donne di Cerchiara alle pitte
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Un viaggio da nord a sud per raccontare l’antica arte dei panificatori di tutta Italia, celebrando ricchezza e qualità dei diversi pani. È questo l’intento di Nutella, che in collaborazione con l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo ha avviato il progetto per far conoscere alcune varietà di pane, che ben si sposano con la crema spalmabile nota in tutto il mondo. Numerosi sono i pani coinvolti nel progetto, alcuni conosciuti e altri meno, sparsi per tutte le regioni italiane, che casa Ferrero vuole celebrare contribuendo a farne conoscere e riscoprire le particolarità e ricchezze delle tradizioni gastronomiche ancora presenti nel nostro paese. Anche in Calabria, forte di tradizioni secolari arrivate fino ad oggi, spiccano tra le varietà presenti due tipologie di pane, che Nutella ha scelto tra le tante presenti sul territorio: il pane di Cerchiara e la pitta calabrese.
Il pane di Cerchiara di Calabria, perfetto con la Nutella
Paesino nel centro del Parco Nazionale del Pollino, Cerchiara è da sempre nota come il paese del pane, dove da generazione in generazione panificare è un’arte praticata esclusivamente da donne. Custodi dell’antica ricetta, per la cura che sempre hanno manifestato per la pratica, le donne di Cerchiara impastano il pane a mano, proprio come si faceva una volta, per dare vita ad un pane rotondo, che presenta una specie di gobba laterale, detta rasella, risultato dell’impasto che viene ripiegato su stesso. Caratteristica che rende il pane di Cerchiara subito identificabile. Il lievito madre grazie al quale viene preparato è tramandato nelle famiglie da generazioni, curato costantemente per far sì che la tradizione non venga interrotta.
Dopo l’impasto e la lievitazione fatta avvenire in larghi cassettoni di legno, per sei ore, il pane viene messo in forno alimentato con legna di castagno, faggio e quercia, il quale raggiunge i 300°, e rilascia il calore utile alla cottura, che dura qualche ora. Il risultato sarà una pagnotta dalla crosta dura e friabile, dall’interno compatto ed elastico, con la sua inconfondibile gobbetta laterale.
La pitta calabrese e la Nutella, un accostamento imperdibile
Dalla forma tonda e con un buco centrale: si presenta così la pitta calabrese, pane tradizionale diffuso in tutta la regione, il cui nome deriva dalla parola araba pita, per la sua forma schiacciata. Secondo altre fonti invece la pitta avrebbe delle origini romane, e deriverebbe dal latino “picta”, dipinta, a rimarcare la tradizione romana di donare delle focacce decorate alle divinità. Utilizzato un tempo per testare la temperatura del forno in previsione della cottura, oggi la pitta calabrese è considerato un ottimo pane da consumare con i più svariati ingredienti.
L’esterno croccante e l’interno con poca mollica, infatti, permettono di gustarla insieme ad altri prodotti locali, come salumi, formaggi ed insaccati, o anche con piatti tipici ai quali viene abbinata, come ad esempio u morzeddhu, a base di trippa vaccina e cotta per ore nel sugo fatto in casa. Ma la pitta si sposa perfettamente anche con il dolce, ed è per questo che Nutella, tra tanti pani presenti, l’ha scelta da includere nel suo progetto. Conosciuta anche per le sue varianti dolci, come la pitta ‘nchiusa o ‘mpigliata, va tagliata con attenzione in modo orizzontale, va poi aperta, e spalmata della gustosa crema alle nocciole. Il connubio vi lascerà sicuramente un bellissimo ricordo. Per scoprire le origini, la storia, le caratteristiche dei primi pani selezionati, basta collegarsi al sito ufficiale di nutella, dove si trovano schede, immagini e curiosità insieme ai migliori abbinamenti a colazione per ciascuna tipologia.