Tra cullurielli, caciocavalli a forma di animali, pizze e mostaccioli, ecco il viaggio di Calabria Food Porn tra le bancarelle alla scoperta dello street food più gustoso
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La fiera di San Giuseppe è uno degli eventi più attesi per la città di Cosenza, nella quale centinaia di migliaia di persone affollano il centro città per i classici mercatini dal 16 al 19 marzo. Per una decina di giorni, ambulanti, espositori e artisti da strada, arrivano da ogni parte d’Italia, occupando gran parte della città. Un tempo, la fiera, si teneva nel centro storico di Cosenza, negli ultimi anni invece si è spostata su Viale Mancini, permettendo un doppio transito di persone e possibilità di ospitare più attività. Venditori di piante, “cannistri” di vimini e ceramica, commercianti di articoli da cucina e da casa, street food e specialità gastronomiche come gli animali di caciocavallo, i mostaccioli di Soriano, i cuddruriaddri, i panini “ignoranti” e non possono mancare le soppressate, salsicce e diversi formaggi.
Essendo stati quest’anno all’apertura, volevamo farvi una guida pratica su cosa e dove mangiare alla fiera di San Giuseppe 2023 a Cosenza. Se la fame è tanta, mi pare ovvio iniziare dai panini “ignoranti” da fiera, noi ne abbiamo assaggiati due. Il primo con salsiccia, broccoli, pomodori secchi e provola, l’altro invece con capocollo di maiale arrostito, funghi, caciocavallo e maionese. Una prova di coraggio più che panini, ma del resto che fiera sarebbe?
Continuando la nostra passeggiata in fiera, abbiamo conosciuto degli idoli, arrivano da Camigliatello Silano e cucinano i cuddruriaddri in fiera, anzi…per loro che sono della Sila si chiamano “cullurialli”. E la differenza c’è, perché il loro impasto è senza patate e vengono cucinati a ruota di carro. Grazie mille ai ragazzi del Bar Centrale per averceli offerti. Sono ugualmente buoni, in fiera non si è mica chef stellati!
Non possono mancare i mostaccioli artigianali dalle mille figure e forme, con la festa del papà alle porte è facile trovare anche quelli con le dediche scritte sopra. Ma io sono per la tradizione e quindi ho preso un mostacciolo grande con la figura di pesce e un altro con la figura di una sirena.
Il dolce tipico della Calabria antica, senza zucchero ma solo miele, realizzato da grandi artigiani che riescono a modellare e formare l’impasto. Buonissimo.
Mentre continuavo la mia passeggiata intravedo una figura che mi riporta indietro nei ricordi, quando mio nonno regalava i famosi “cavaddruzzi” di caciocavallo. Esatto è proprio del caciocavallo lavorato in modo da creare la forma di un piccolo cavallo, più che per la bontà, va comprato in memoria dei vecchi tempi e delle tradizioni. Grazie mille a Cristian Cadavero per averceli offerti.
Quest’anno la grande novità della fiera arriva da Amantea, con il food truck dei cannoli siciliani express e delle sfogliatelle. Io ho provato il cannolo con amarena da un lato e scorza di arancia candida dall’altro, davvero ottimo, proprio la ricotta lavorata bene, non troppo zuccherata e lascia un buon sapore in bocca.
Ultimo ma non per ultimo, il mio occhio cade sulle pizzette a portafoglio che preparavano vicino il Bar BlaBla. Senza pretese e senza lode, prezzo giusto da fiera secondo me, con possibilità di prendere la pizza margherita, completa e salsicciosa. Ho provato la margherita, non male davvero. Ovviamente non mangiatela appena vi viene servita, altrimenti perdere l’uso del palato.
La fiera di San Giuseppe è ritornata nella sua data originale, dopo questi anni di pandemia e preoccupazione. Le persone girano tra le bancarelle, chiedono sconti e acquistano sempre qualcosa, magari non è utile, ma è pur sempre la fiera della tradizione cosentina. Anche questa è la Calabria Visione.