Emergono nuovi dettagli dall’inchiesta della Procura di Cosenza: c’è anche una tentata estorsione per appropriarsi dell’auto del consumatore insolvente
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Prima una presunta minaccia a mano armata, poi un pestaggio in piena regola. Per recuperare il credito vantato da un cocainomane insolvente, avrebbe tentato di appropriarsi della sua Fiat Panda. E per essere più convincente, gli avrebbe puntato una pistola in testa per poi massacrarlo a colpi di calci e di pugni.
C’è anche un caso di tentata estorsione nell’inchiesta che ha messo all’angolo i presunti spacciatori di San Giovanni in Fiore. Si verifica a giugno del 2022, quando il tossicodipendente, originario di Celico, sostiene di aver subito quella violenta aggressione da parte di uno degli indagati, il 44enne Antonio Reale.
Il tentativo di recupero credito non sarebbe andato a buon fine perché, dopo averle prese di brutto, la vittima sarebbe riuscita a fuggire, evitando così di perdere il proprio automezzo.
In seguito, i carabinieri lo coglieranno in flagrante dopo l’acquisto di una dose e, messo alle strette, lui stesso farà i nomi dei pusher che, fino a quel momento, lo avevano rifornito di droga.
Tra questi figura, a suo dire, anche Reale, che durante l’interrogatorio preventivo, ha rilasciato dichiarazioni spontanee per dichiararsi innocente. Ha sostenuto di non aver mai minacciato con una pistola, anche perché non possiede armi e, con riferimento al credito vantato nei confronti della parte offesa, lo ha ricondotto a una serie di consumazioni nel suo locale da lui non pagate.
Secondo il gip Letizia Benigno, però, «si tratta di dichiarazioni a discarico non adeguatamente riscontrate e, allo stato, in ragione della precisione e coerenza delle dichiarazioni rese a suo a carico, non si ritiene vi siano elementi idonei a smentire il quadro indiziario offerto dal narrato del dichiarante o a riqualificare la matrice del gesto in esercizio arbitrario delle proprie ragioni».
Il risultato è che l’indagato, per ora, è stato assegnato agli arresti domiciliari.