Tra i vini da ricordare nel 2024 ce n’è anche uno calabrese. Il Giramondo dell’azienda cosentina l’Acino di Dino Briglio ed Emilio Di Cianni entra nella lista di Eric Asimov, pubblicata nei giorni scorsi sul New York Times e rilanciata in Italia da Gambero Rosso. Sono vini che appartengono a etichette «più giovani e accessibili, non difficili da trovare» ma che rimangono impresse nella memoria.

Tra le 12 etichette spuntano anche tre italiane, che provengono da due regioni. La Toscana, con il Chianti Classico Riserva 2019 di Val Delle Corti e il Vin Santo del Chianti Classico 2015 di Félsina, e, a sorpresa proprio il Giramondo.

Gambero Rosso sottolinea come i vini calabresi stiano emergendo da qualche anno a questa parte. «Una rivoluzione – segnala il portale – che si è dimostrata non essere una tendenza momentanea, ma un percorso che si sta consolidando nella qualità e nella continuità. Il primo segnale di questo “risveglio” era arrivato una dozzina di anni fa, quando si cominciò a parlare dei cosiddetti Cirò Boys, un gruppo di giovani produttori che cercava, attraverso vinificazioni tradizionali e un’agricoltura sostenibile, di creare attenzione attorno ad un vino storico come il Cirò».

Rispetto al Giramondo, Asimov segnala che la Calabria «non è molto conosciuta per i suoi vini ma questa bottiglia era diversa. Asciutto, ma ricco di profumi, come se trasportasse il profumo di un campo di fiori. Al palato era vivace con un leggero retrogusto amaro e rinfrescante». Citazione importante che potrebbe giovare a un movimento, quello delle cantine calabresi, in grande ascesa che merita le luci della ribalta.