Secondo la Guida 50 Top Italy 2025 Mi ‘nduio prepara i panini più buoni della Penisola. C’è anche Luigi Lepore tra i 10 top del Bel Paese sotto i 100 euro
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Nino Rossi (Qafiz), Luigi Lepore (Luigi Lepore), Vincenzo Armentano (Osteria del Vicolo), Luca Abbruzzino (Abbruzzino/Oltre), Marco Zicca (Mi 'Ndujo)
Non saremo ai primissimi posti, eccezion fatta per Mi ‘Ndujo – primo nella speciale categoria – ma ci facciamo comunque valere.
Da qualche anno la Calabria si sta rimboccando le maniche e grazie a chef preparatissimi, tra cui alcuni giovanissimi, sta scalando le classifiche del food. Come la Guida 50 Top Italy 2025 che racconta il meglio della ristorazione italiana, dentro e fuori dai confini nazionali, con la classifica completa dei grandi ristoranti e relativi spin-off, ovvero le graduatorie relative alle trattorie, ai panini, ai ristoranti sotto i 100 euro. In tutte queste top, siamo rappresentati egregiamente.
La top 3
La guida al meglio del Made in Italy, premia, ancora una volta come migliore ristorante italiano – e non poteva essere altrimenti – l’Osteria Francescana di Massimo Bottura. Al secondo posto si piazza il ristorante Uliassi di Senigallia, chiude la top 3 la celebre Enoteca Pinchiorri di Firenze.
Ed i calabresi? Si piazzano al 35° e al 45° posto.
Qafiz e Abbruzzino/Oltre
Nella 50 Top Italy Grandi ristoranti sono in due a rappresentare la Calabria: il Qafiz di Santa Cristina d’Aspromonte (35°) e l’Abbruzzino/Oltre di Lamezia Terme (45°).
«Istinto creativo, orgoglio e visione, di questo è fatto il combustibile delle evoluzioni di Nino Rossi. Quella al Qafiz – è la motivazione della guida 50 Top Italy 2025 sul ristorante in provincia di Reggio Calabria – è un’esperienza immersiva fatta di ambienti di classe, uno chef’s table per otto commensali e una cucina fatta di ricercate espressioni del territorio e ispirazioni estere come nel curry di campagna fatto con botaniche locali ma dal ricordo tipicamente orientale che accompagna i bottoni ripieni di ricotta di pecora. Sapiente il gioco di chiaroscuri e temperature nell’anguilla laccata con melassa di fichi, lampone ghiacciato, cicoria e ricci di mare. Una firma i suoi risotti, nell’ultimo menu “carnaroli al tartufo uncinato, pesca arrostita, ostrica, nocciola e nepetella”.
Questa, invece, la descrizione di Abbruzzino/Oltre. «In un ambiente elegante, impreziosito da opere d’arte che dialogano con le sale nello storico palazzo Greco Stella, Luca Abbruzzino firma una cucina di grande gusto estetico e culinario. “Nato” nel ristorante di famiglia, deve la sua personalità al talento, allenato in cucine internazionali e supportato al padre Antonio e alla madre Rosetta che gli hanno lasciato lo spazio per viverlo con pienezza. Lo esprime qui andando “Oltre” con piatti, centrati e molto personali che raccontano con finezza la sua capacità tecnica di valorizzare con creatività gli ingredienti del territorio, in un equilibrato rimando tra accenti dolci, amari, salati e acidi, con i sapori calabresi sempre eleganti e ben riconoscibili. Servizio preciso e competente, in wine list etichette capaci di accompagnare con dinamismo ogni piatto».
Taverna Kerkira e Osteria del Vicolo
Profuma di Calabria anche la classifica 50 Top Italy sulle trattorie ed i bistrò moderni. Anche in questa speciale graduatoria sono due i portabandiera: la Taverna Kerkira a Bagnara Calabra e l’Osteria del Vicolo a Mormanno.
«Se si pensa ad un indirizzo storico della ristorazione italiana, che resiste da oltre 40 anni ed è stato rivoluzionario nell’accostamento di ingredienti e sapori, il pensiero va subito alla Taverna Kerkira – è la sua descrizione, piazzatasi al 34° posto tra le trattorie e i bistrò di tutta Italia –. Cucina greco-calabra di mare, dove la contaminazione è da sempre l’impronta digitale. Piatti iconici che sono un approdo certo per nostalgici e nuovi avventori. Moussaka, calamari ripieni di feta, sauro in agrodolce o le mitiche frittelle di cozze con tzatziki solo per citarne qualcuno. Ormai una certezza».
Dal sud al nord della Calabria, l’Osteria del Vicolo di Mormanno si posiziona poco più giù, al 37° posto. È considerato «un rifugio per il viandante, un’osteria nel vero senso del termine, una certezza a Mormanno, nel cuore del Pollino, dal 1968. In cucina, da allora, la signora Pina affiancata, oggi, dai figli Francesco e Vincenzo Armentano che proseguono quel tipo di cucina pura, identitaria e senza fronzoli che fa tanto “casa” che punta sui prodotto genuini di questo fantastico territorio. Un estratto di Calabria nei piatti e nei calici sapientemente selezionati e raccontati da Catia, ostessa moderna, moglie di Francesco. Zuppa di fagiolo poverello della vicina Rotonda, raschiatelli con ragù di maialino nero o, perché no, anche un’ottima pizza. Bel recupero di sapienza locale dell’Alta Calabria. Un locale dove si sta benissimo, da scoprire in ogni stagione».
Mi ‘ndujo al top del top
La ‘nduja esalta – ancora – la speciale classifica top 10 dedicata ai panini. Come accennato, il Mi ‘ndujo di Rende si piazza al primo posto in Italia: «Sembra un sogno americano e invece è una realtà calabrese. Un fast food declinato sulle produzioni identitarie e di qualità calabresi che sta conquistando l’Italia. Panini sfornati al momento – è la motivazione – dove alloggiano pancetta, cipolla di Tropea, caciocavallo silano, salsiccia o hamburger di carni calabresi e, ancora, patate della Sila, tonno sott’olio, broccoli di rapa o ‘nduja. Carta vincente è essere vetrina per tante aziende del territorio. Da tempo sta occupando spazi importanti anche in altre città italiane con ottimi riscontri».
Luigi Lepore nella classifica de I 10 Migliori Ristoranti sotto i 100€
Tra i vari spin-off della classifica top 50 Italy, fa registrare presenze calabresi anche quella relativa a quei ristoranti che sprigionano gusto e classe, spendendo meno di cento euro. A volte, perché “svenarsi”?
Tra i primi dieci di questo speciale elenco al 7°, tra i migliori ristoranti italiani si attesta Luigi Lepore di Lamezia Terme: «Una proposta in costante crescita quella di Luigi Lepore, rientrato ormai da qualche anno in Calabria dopo importanti esperienze in grandi cucine che hanno consentito di avere buoni riscontri di critica e di pubblico. Contrasti e fusioni, questa la costante dei suoi piatti. Grande capacità – riporta la guida – di condurre il palato verso gli estremi delle percezioni gustative che testimoniano la maturità dello chef. In sala la sorella Stefania sempre attenta agli ospiti e alle etichette della ben fornita carta dei vini. Tanta Calabria, spesso inedita, trova qui la sua giusta vetrina. Servizio attento e tanta voglia di esprimere al massimo la propria terra in una visione moderna».
Insomma, gli sforzi, gli anni di studio approfonditi, di esperimenti, il sapere, l’esperienza, alla fine premiano sempre. La Calabria si ritaglia grazie a tutti questi giovani chef, uno spazio di prima grandezza tra i migliori ristoranti italiani.