VIDEO | È una delle più suggestive manifestazioni di tutta la Calabria. Tra 'mbuttaturi e lacrime, ecco come funziona il rito di Palmi diventato Patrimonio dell'Unesco
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Faticano a stare dentro le parole alcuni sentimenti. La Varia di Palmi, ad esempio, appare inafferrabile fino in fondo: la sua potenza emotiva risulta difficile da trasferire tra le righe di una pagina e la sua eredità sentimentale inafferrabile dalle frasi di un discorso. Sfugge sempre un particolare, una sensazione, un dettaglio al racconto. Il vocabolario d'un tratto diventa più povero e la narrazione lontana dall'obiettivo di essere esaustiva.
Così le immagini, i colori e i rumori arrivano in soccorso per mostrare la fatica, l'impegno, lo sforzo ma anche la fede, la devozione, la speranza e la felicità che ruotano attorno ad una delle feste più importanti in Italia. Nel video realizzato per LaCalabriavisione, è la forza della gente a spiegare cosa sia la Varia di Palmi. Lo fa attraverso i gesti, il sudore, l'attesa, le espressioni di gioia, le urla di incitamento. Lo fa mettendo in fila, uno dopo l'altro, i passi che portano la Terra ad unirsi al Cielo, in una corsa che non coinvolge soltanto il corpo. Ma spinge il cuore e l'anima a buttarsi nella mischia.
La parola "Varia" indica, nello specifico, il grande carro votivo che, nella cittadina del Reggino, attraversa corso Garibaldi e si mostra in tutta la sua imponenza in piazza Primo Maggio per celebrare l'Assunzione della Madonna. A rappresentare la Madre di Gesù è, seduta sulla sommità del carro, una giovane fanciulla: l'Animella. Poco più giù trova posto un'altra importante figura, quella del Padreterno. La struttura in movimento, alta 16 metri, propone una singolare rappresentazione del Cielo ed è portata a spalla da duecento volontari, i 'mbuttaturi.
Le origini dell'evento, entrato a far parte del Patrimonio orale e immateriale dell'Unesco, risalgono al 1582. Fu allora che il Senato messinese, in segno di gratitudine nei confronti della cittadina di Palmi per l'ospitalità data agli abitanti di Messina colpiti dalla peste, donò quello che per tradizione è considerato un capello della Madre di Gesù. La venerazione nei confronti della Madonna della Sacra Lettera divenne sempre più sentita a Palmi. Solenni festeggiamenti e processioni vennero infatti introdotte nel corso degli anni fino ad arrivare, con il passare del tempo, all'allestimento della Varia.