Non capita tutti i giorni di sfogliare le pagine di un fumetto e accompagnare la lettura seguendo con il proprio dito il corso di dialoghi scritti in arbëreshë, un'antica parlata ereditata dai gruppi albanesi che più di cinque secoli fa diedero vita in Italia a diverse comunità in cui ancora oggi, seppure a fatica, resistono tradizioni linguistiche, usi e costumi dalle radici ben piantate in Albania.

L'idea di realizzare una raccolta di fumetti arbëreshë, sostenuta dall'amministrazione comunale di Caraffa su impulso del presidente del consiglio e delegata alla cultura del paese Serena Notaro, nasce con un prezioso intento: avvicinare le giovani generazioni all'identità e alla cultura delle comunità italo-albanesi della provincia di Catanzaro attraverso un linguaggio alternativo, colorato e accattivante.

Spetta proprio a loro, ai ragazzi, il compito di avere custodia delle proprie origini e non diventare così l'anello debole di una catena lunga più di cinquecento anni. Essere minoranza, in un mondo sempre più globalizzato, richiede impegno, determinazione e cuore. Il tempo che passa mette paura perché tende a far sbiadire i ricordi, a rendere ancor più fragile il mantenimento delle tradizioni. Per questo, ora più che mai, è prezioso quel lavoro che punta a recuperare e a proteggere la bellezza delle peculiarità culturali, il fascino delle piccole sfumature artistiche, il suono unico di una lingua presa in dote dal passato.



Il progetto dei fumetti arbëreshë, finanziato con fondi della legge regionale 15/2003, è riuscito a mettere assieme diverse realtà di etnia minoritaria sparse nella provincia catanzarese: Gizzeria, Vena (frazione di Maida), Zangarona (frazione di Lamezia Terme) e Caraffa.

A realizzare i disegni contenuti all'interno dell'opera sono stati gli artisti Massimo Sirelli, Elena Remolo ed Elisa Trapuzzano. Le vicende narrate rappresentano un intreccio di leggenda e storia, di fede e superstizione. Le scene ritratte ruotano, nella maggior parte dei casi, attorno alla figura di Dhominika, una simpatica e schietta ragazza ripresa e reinterpretata da un murale dell'artista Massimo Sirelli.



All'iniziativa di presentazione della raccolta dei fumetti, svoltasi recentemente nella sala consiliare del comune di Caraffa, hanno preso parte il sindaco Antonio Sciumbata, il presidente dell'assise comunale Serena Notaro,  l'assessore alla cultura della città di Lamezia Terme Giorgia Gargano, l'assessore alla cultura di Maida Angela Decio, il consigliere delegato di Vena Domenico Casalinuovo, il consigliere comunale di Gizzeria Saverio Maida e gli artisti Massimo Sirelli ed Elena Remolo. A portare il saluto del presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso è stato il capostruttura e portavoce Rosario Marziale. 

Presenti alla manifestazione, anche il comandante della compagnia dei carabinieri di Girifalco Pasquale Cuzzola, il comandante della stazione di Caraffa Cosimo Pastore, gli interpreti e traduttori Albana Alia, Luigi Gregorio Comi e don Francesco Santo.



Un'emozionante esibizione musicale curata da Mariateresa Torchia e don Francesco Santo ha chiuso l'evento sulle note di "Gjuha të desë (Na jemi Na)". Un brano il cui testo, scritto da Vito Arcuri,  porta con sé un appello rivolto a tutti gli arbëreshë: "Mos harronemi e mos banjëmë të na harronjënë / Non dimentichiamoci e non facciamoci dimenticare".