IL REPORTAGE. Albertino, Molella, Fargetta e Prezioso hanno fatto saltare e sudare 15 mila cuori: in piazza generazioni diverse pronte a cantare e ballare con le mani in aria al ritmo dei grandi successi degli anni '90.
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Per alcuni era un appuntamento fisso, per altri un sogno da raggiungere, per altri ancora semplicemente un momento di svago nella monotonia di una giornata. Per intere generazioni, in ogni caso, il Deejay Time è stato un punto di riferimento imprescindibile che a cavallo tra gli anni '90 e i primi anni 2000 ha caratterizzato un certo modo di intendere la musica e in particolare la dance.
Erano gli anni di Hit Mania Dance, delle grandi discoteche e delle hit cantate a squarciagola con le mani alzate: ogni giorno, alle 14, ci si spostava su Radio Deejay e le grandi hit venivano sparate in compilation mixata. Quelle stesse canzoni finivano su cassette registrate alla bell'e meglio, passavano dai dischi degli amici deejay e più avanti finivano nei primi compact disc masterizzati pieni di tracce mp3 scaricate da Napster, sperando che il telefono non suonasse e la connessione si interrompesse.
Tutto questo mondo si è riversato in piazza, a Corigliano Rossano, per assistere all'evento laico della dance italiana più importante di tutti: il Deejay Time arriva nelle città italiane e i suoi quattro sacerdoti laici celebrano il più antico dei riti, quello del divertimento.
Ad aprire il dj set il gran maestro, Albertino, deus ex machina e leader incontrastato: improvvisamente 15 mila cuori iniziano a battere agli stessi BPM, all'unisono, sulle note dei grandi successi mixati, come "L'amour toujour" e il magico coro "I'll fly with you". Subito dopo in consolle arriva il professore dei mash up, Giorgio Prezioso, che da "Tell me why" in poi fa ballare la piazza senza sosta. A seguire, l'intro fa già capire tutto: Fargetta inizia a spingere sulla dance cantata e coniuga dance e lounge senza sosta prima della chiusura del re dei beat, Dj Molella. È il momento dei saluti, ma come sempre la piazza non vuole mollare: dunque gag improvvisata, parte il coro "se non metti l'ultimo noi non ce ne andiamo" e si riparte con il sudore, i salti e la chiusura di una serata epica. Corigliano-Rossano ha messo il suo vestito migliore per bagnarlo di felicità e di salti, almeno tre generazioni si sono ritrovate in piazza alla corte di quattro baronetti della console, dai più giovani appassionati ai genitori con i bimbi piccoli e sulle spalle che potranno, anche loro, dire che sì, una volta nella vita hanno visto il Deejay Time.