Il 2 e 3 settembre è andato in scena a Mangone (CS) la quarta edizione del Festival Ricoglitive, nato per festeggiare i compaesani che ritornavano al paese, ma che con il passare degli anni è diventato un vero festival dell’inclusione, perché Mangone ospita diverse persone da ogni parte del mondo.
Un borgo ospitale che ha visto il centro storico accendersi con diverse attività artistiche-culturali, dalla mostra di pittura del maestro Mario Spada agli spettacoli del poeta Daniel Cundari e del musicista Daniele Fabio.

 

Ma io sono qui per parlarvi di cibo popolare preparato appositamente per la manifestazione. Una sola regola: parlare di territorio, tradizioni e piatti tipici.

E allora il nostro tour gastronomico parte da un grande classico della cucina calabrese, rigatoni al sugo con polpette e caciocavallo filante, giusto per riscaldare i motori. 
È un piatto che di solito troviamo al forno e che viene chiamato “pasta chjina” con all’interno molti ingredienti come uova sode, salame, formaggio e carne trita, ma anche in questa versione più “light” non spiace affatto, poi le polpette avevano un sapore eccezionale.

Continuando il percorso lungo il borgo, tra saluti e musica di sottofondo, mi fermo davanti uno stand del panificio Antica Arte Mangonese, davvero ben organizzato che propone la pitta con peperoni e patate, rigorosamente fritti, e per sgrassare una insalata di pomodori con olive verdi e pezzi di pasta cresciuta fritta (giusto per non perdere l’allenamento). 


Peperoni e patate appena usciti dalla padella, conviene farli stemperare per gustarli meglio e poi sentire la pitta che prende tutti gli odori e sapori dell’olio non ha rivali a riguardo. Un piatto street food sempre gradito. Invece la pasta cresciuta fritta insieme all’insalata di pomodori e olive è davvero superlativa, roba da farci la scarpetta. 

Girando per un altro stand assaggio un mix di polpette di carne, di melanzane ed un arancino artigianale alla nduja, ero troppo curioso di provarli. 
Le mie aspettative non sono state deluse, le polpette di melanzane hanno l’equilibrio perfetto di aglio, verdura e pecorino, come le polpette di carne, con una percentuale di quest’ultima più alta rispetto a pane e formaggio. In poche parole ho provato delle polpette eccezionali, come l’arancino per nulla unto e con la nduja spinta e piccante come piace a me.

 

Mi dirigo in un “catoio” davvero speciale dove assaggio broccoli e salsiccia di fegato tutti prodotti in loco, i sapori autentici della Calabria, uno dei tipici piatti della domenica in famiglia.

Ma il vero piatto tipico di Mangone è lo Gnuccolo cu i frisuli, ovvero l’impasto della pasta, fatto a palla e passato in una grattugia. Si formano cosi dei fiocchi di pasta, chiamati gnuccoli, e serviti nella zuppa di fagioli con abbondante peperoncino.
Devo ringraziare l’Associazione I Pignatari di Mangone per avermi fatto gustare un piatto povero, ma ricco di storia, di racconti ed emozioni.

Il tour continua con i cuddruriaddri di Genuzzu, che ci tiene a farmi provare quello ripieno alla Nduja di sua produzione. Potevo mica tirarmi indietro? Cuddruriaddru buonissimo, friabile e frittura per nulla persistente e la nduja non è assolutamente piccante come quella di Spilinga, quindi può mangiarla chiunque.

Ogni food tour deve concludersi con il dolce ed il Panificio Porco mi ha deliziato con uno dei dolci più antichi della Calabria, ovvero i “mustazzuali”, un biscotto che può essere morbido o duro, creato con impasto di farine, miele, acqua, mandorle e noci. Ogni zona della Calabria ha la sua ricetta, che sia chiaro.

Mentre al Panificio di Zia Teresina, uno dei più antichi di tutta la Calabria, ho anticipato il Natale assaggiando i Turdiddri con il miele. Un dolce che parla soprattutto cosentino, che racconta di tradizione e famiglia. 
Grazie mille all’Associazione Ricoglitive, al Comune di Mangone e tutti i cittadini per avermi accolto e fatto sentire a casa, perché la Calabria è una terra ospitale e di integrazione.

Anche questa è la CalabriaVisione.