Nel giorno del Santo di Paola, muniti di scodelle e padelle si ritrovano in centinaia per avere una porzione del cibo fumante cucinato nelle “coddare” e che un tempo veniva distribuito ai bisognosi che bussavano al vecchio convento
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Chi abita a Maida, nel Catanzarese, considera irrinunciabile l'appuntamento annuale con la “Ciciarata”. Un evento che fatica a stare chiuso nella consueta definizione di tradizione. Per i maidesi infatti è qualcosa che va oltre. Partecipare alla "Ciciarata" significa vivere in prima persona una serie di emozioni difficili da fissare nelle parole ma capaci di affollare i ricordi più cari della comunità.
Nei giorni scorsi, nella cittadina situata a pochi chilometri da Lamezia Terme, i festeggiamenti in onore di San Francesco da Paola sono tornati ad animare il paese, dopo le limitazioni imposte dal Covid, consentendo ai residenti di rinnovare una delle tradizioni più antiche della Calabria, in grado di scavalcare secoli, guerre e ostacoli di varia natura.
La “Ciciarata”, inserita tra le iniziative dedicate al protettore di Maida e della regione, si caratterizza per la preparazione e la distribuzione di un piatto di pasta e ceci, nei pressi del convento di Gesù e Maria, tra coloro che, muniti di padelle e scodelle, si radunano e si mettono in fila in attesa della propria porzione di cibo. Ad anticipare la benedizione e la spartizione del pasto è la celebrazione di una messa solenne.
Durante la notte precedente, è possibile inoltre prender parte alla processione della statua di San Francesco di Paola che dalla chiesa di Santa Maria Cattolica viene portata all'antico convento. Successivamente, allo scoccare della mezzanotte, si procede all’accensione delle “coddare” all’interno delle quali vengono fatti cuocere i ceci per tutta la notte.
L’usanza della “Ciciarata” è a tutti gli effetti un'occasione di unione e di condivisione. È un appuntamento che rievoca lo spirito solidale e amorevole dispensato dai frati francescani che consegnavano il cibo ai poveri affamati giunti al vecchio convento di Maida. Attraverso un'opera di mantenimento della memoria storica, i maidesi ravvivano così quel sentimento di carità cristiana e di attenzione verso il prossimo di cui il mondo, segnato dall'avvento di nuove e diffuse fragilità, avverte tuttora il bisogno.
Ancora una volta, grazie all'impegno del Comitato "Ciciarata", dei volontari, degli operai e dei cittadini, il tradizionale e popolare evento è riuscito ad intercettare la partecipazione di centinaia di persone, provenienti anche dai paesi vicini, assicurando un momento di felicità per i presenti e al contempo di profonda devozione verso san Francesco da Paola.
Con la distribuzione di un'unica portata uguale per tutti, ovvero un piatto di pasta e ceci, la manifestazione riesce puntualmente ad annullare distanze e disparità tra commensali. Le etichette e le differenze cominciano altrove. L'emozione aggiuntiva che scaturisce dal banchetto è così quella di scoprirsi schierati su una stessa linea d'importanza, in equilibrio ad una comune altezza. Ciascuno è soltanto il riflesso di chi sta accanto. La "Ciciarata" probabilmente serve anche a questo, a sentirsi parte di una comunità che condivide qualcosa di più profondo delle radici, del presente e del destino.