Non c’è paese o città della Calabria che non possiede un tesoro da scoprire, visitare, godere e valorizzare, come una piazza, una chiesa, una fontana, un museo, dove rivivere la storia e le origini della nostra regione. Proprio questi ultimi, i musei, rappresentano un patrimonio culturale inestimabile, dove rivivere non solo la storia, ma anche la cultura e le tradizioni che caratterizzano il territorio, dai suoi usi e costumi alle sue eccellenze enogastronomiche. A tal proposito, la Calabria riserva numerose esposizioni originali in tutta la regione, dei veri e propri gioielli nascosti che meritano di essere scoperti, visitati e valorizzati, trasformando un weekend o una vacanza in un pacchetto completo tra relax, arte e cultura. Ecco quali sono i cinque musei di tradizione dove fare assolutamente tappa in Calabria: il Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli a Rossano (CS), il Museo del Costume Tradizionale a Tiriolo (CZ), il Museo del Cedro a Santa Maria del Cedro (CS), il Museo del peperoncino a Maierà (CS) e il Museo Carrozze a Cosoleto (RC).


Una Calabria inedita al Museo della Liquirizia a Rossano

Per chi si trova nella località di Rossano, assolutamente da non perdere è il Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”, inaugurato nel 2001 dalla storica azienda Amarelli, fiore all’occhiello dell’industria alimentare calabrese, per raccontare la storia, la cultura e le tradizioni che dal 1731 ruotano intorno alla produzione dell’omonima liquirizia. Un percorso originale, apprezzato da adulti e bambini, attraverso il quale riscoprire il passato di una Calabria inedita e conoscere il presente di un prodotto eccellente da gustare

Il Museo si trova nella suggestiva residenza tardo quattrocentesca da sempre dimora e stabilimento produttivo della famiglia Amarelli, dove scoprire i segreti della lavorazione della liquirizia: gli impianti moderni per l’estrazione, gli antichi cuocitori, il fumaiolo, il “Museo Open Air”, con l’esposizione di pezzi industriali d’epoca, e l’auditorium, parte integrante del complesso, che oggi rappresenta il cuore pulsante della vita culturale e degli eventi del museo, con oltre cento posti a sedere. A fine percorso, il Liquorice Shop e Museum Cafè, dove degustare e acquistare le prelibatezze prodotte dall’azienda. 

Il Museo Amarelli ha ricevuto nel 2001 il “Premio Gugghenheim Impresa & Cultura” e, nel 2004, vi è stato dedicato un francobollo da Poste Italiane della serie “Il Patrimonio artistico e culturale italiano”, oltre a essere, secondo una ricerca condotta dal Touring Club Italiano, il secondo il museo d’impresa più visitato in Italia dopo il Museo Ferrari.


Il centro di ricerca e studio etnografico del museo del costume tradizionale a Tiriolo

Tra le proposte legate alla storia e alla cultura del nostro territorio, da non perdere è la visita al Museo del Costume Tradizionale Calabrese, a Tiriolo, in provincia di Catanzaro, inaugurato nel 2006 e allestito all’interno del primo piano dell’edificio che attualmente ospita anche l’Antiquarium Civico. L’esposizione nasce come centro di ricerca e di studio del patrimonio etnografico e storico-antropologico della nostra regione, incentrato sull’evoluzione dell’abbigliamento popolare calabrese, in particolare delle province di Cosenza e di Catanzaro. Alcuni degli abiti esposti sono frutto di attività di studio e recupero, altri sono copie di modelli fedeli agli originali, confezionati dalla maestria artigianale della zona, per un totale di 35 abiti tipici. A capeggiare, l’abito tradizionale di Tiriolo, la cosiddetta “pacchiana”, tramandato di madre in figlia e parte della dote matrimoniale.

Sviluppato in due sale, il museo offre al visitatore una piacevole esperienza dove viaggiare con la fantasia nel tempo, in un’epoca in cui le donne sfoggiavano vestiti di una eleganza e ricercatezza unica, dal vestito di tutti i giorni, a quello della festa, a quello matrimoniale, fino a quello della donna vedova. Sebbene concentrato su una parte di Calabria, il museo tiriolese si connota come una delle collezioni più ricche e interessanti della nostra regione, quale punto di aggregazione per antropologi e etnografi per lo studio degli usi, dei costumi e delle tradizioni popolari calabresi.


Il percorso agro, mistico, sensoriale del Museo del Cedro

Altra tappa imperdibile è la visita al Museo del Cedro, nel cosentino, a Santa Maria del Cedro, voluto e gestito dal Consorzio del cedro di Calabria, presso lo storico opificio del XV-XVI secolo, conosciuto come il “Carcere dell’Impresa”. Un percorso agro, mistico, sensoriale, che ha come obiettivo principale quello di diffondere la coltura-cultura del Cedro nel mondo: un agrume antichissimo, che affonda le sue radici nell’età classica e nel culto mistico della religione ebraica e che oggi trova il suo habitat ideale sulla Riviera dei Cedri, nella parte Nord Occidentale della Calabria Tirrenica.

La prima parte del museo è sviluppata in un percorso artistico ricco di pannelli ceramici, dove è illustrata la storia del cedro, tra riferimenti al mondo biblico e alle tradizioni ebraiche, oltre alle citazioni letterarie legate all’agrume, da Boccaccio a D’Annunzio. La seconda parte del percorso conduce all’area archeologica legata al sito di Laos, colonia della Magna Grecia, durante il quale è possibile assistere alla proiezione del documentario realizzato dalla RAI dedicato alla storia del cedro nella riviera e la sua valenza nella cultura ebraica. A corredare la visita, per un’esperienza unica e indimenticabile, sono le degustazioni delle diverse specialità al cedro, tra cui il liquore, l’olio, il frutto candito, la marmellata e l’estratto naturale dell’agrume. Tutte specialità che è possibile acquistare, tra cui anche la vasta linea di cosmesi naturale al cedro. Durante il corso dell’anno, il museo ospita mostre temporanee ed eventi culturali, oltre a visite guidate, incontri con cedricoltori e degustazioni dei migliori prodotti artigianali a base di Cedro.


La maestosità del piccante calabrese al museo del peperoncino di Maierà

Per gli amanti del piccante, tra le esposizioni più caratteristiche del nostro territorio, detiene un posto di rilievo il Museo del Peperoncino nel piccolo borgo di Maierà, in provincia di Cosenza, nato da un’idea dell’Accademia Italiana del Peperoncino e dall’Amministrazione Comunale. Ubicato nel Palazzo Ducale nel centro storico del paese, a pochi passi da Diamante, dove ogni anno si svolge il famigerato “Festival del Peperoncino”, questo museo ospita il racconto di seimila anni di storia legati alla cultura, all’arte e alla promozione del peperoncino, quale simbolo di identità culturale della nostra regione. Un’esposizione unica al mondo, divisa in quattro sezioni e dieci sale, dove è possibile ammirare la testimonianza e la memoria di un grande amore per la Calabria, con tutte le originalità e le stranezze che lo caratterizzano: la via del peperoncino, tra mappe, fotografie, disegni e testimonianze storiche; la collezione delle salse più famose provenienti da ogni parte del mondo; la sezione dedicata al peperoncino come protagonista nell’arte e nella pubblicità; infine, una raccolta di oggetti ispirati al peperoncino in tutte le sue forme, tra tazze, bicchieri, accendini, borse, posate, carte da gioco e tovaglie da tavolo. A completare la visita, è l’esclusivo shop a tema, con prodotti e specialità al peperoncino, per un souvenir eccezionale da portare a casa come ricordo d’eccellenza della nostra regione.

Il patrimonio tematico del Museo Carrozze a Cosoleto

Per completare questa carrellata di musei di tradizione imperdibili in Calabria, ci spostiamo nel reggino, a Sitizano, frazione di Cosoleto, piccolo borgo ricco di storia, dove è presente l’importante Museo delle carrozze Marchesi Taccone. Si tratta di uno dei pochi musei tematici presenti in Italia, un vero e proprio patrimonio tematico e storico di notevole pregio, al pari di esposizioni presenti a Napoli, Firenze, Macerata, Verona e Piacenza. La sua straordinaria realizzazione è stata possibile grazie alla donazione da parte dei Marchesi Taccone di Sitizano e si trova presso le vecchie stalle adiacenti il Palazzo dei Marchesi, donato assieme alla collezione che costituisce il museo. Le vetture esposte sono state restaurate con maestria dal laboratorio di Antonio Mezzatesta e risalgono ai secoli diciannovesimo e ventesimo, di produzione italiana e francese, con numerosi accessori e finimenti di pregevole fattura.  Un eccezionale sito culturale, insomma, da ammirare, studiare e tutelare e dove immergersi per un’esperienza storica di grande fascino e seducente bellezza.