Un piccolo paese semiabbandonato di fronte alla Rocca di Sant'Ippolito custodisce una leggenda millenaria, celebrata anche da Edward Lear nel suo antico viaggio
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Fra i gioielli custoditi nel rigoglioso paesaggio dell’Aspromonte, Pietrapennata, piccolo borgo semiabbandonato a pochi chilometri da Palizzi, in provincia di Reggio Calabria, rappresenta una meta imperdibile dove fare escursione e dove respirare, a pieni polmoni, la storia di cui è ricco il nostro entroterra. Posizionato a 670 metri sul livello del mare, ai piedi del Monte Punta di Gallo, questo borgo ha origini antichissime che, secondo la tradizione orale, risalirebbero a opera dei Cavalieri di Malta. Come testimoniano ricerche e gerghi oggi in uso dalla popolazione locale, gli abitanti di Pietrapennata vengono ancora chiamati “martisi”.
Viaggio a Pietrapennata, tra i ricordi di Edward Lear e le arrampicate sulla Rocca
Il paese, così denominato per via dei costoni rocciosi che lo sovrastano, nasce come insediamento rurale di cui ancora oggi, nella parte bassa, è possibile ammirare i ruderi di antiche abitazioni costruite con il locale marmo brecciato di Palizzi. A fare da cornice, il selvaggio panorama circostante, dove si erge l’imponente Rocca di Sant’Ippolito, una roccia di circa 20 metri, dalla quale, grazie a iniziative di arrampicata sportiva, è possibile godere di una vista mozzafiato. Ne fu già testimonianza lo scrittore inglese Edward Lear, che nel 1847 scrisse nel suo “Diario di un viaggio a piedi”: “Pietrapennata non ha niente di notevole, ma, dall’alto, immediatamente sopra di esso, apparve ai nostri occhi uno dei più stupendi panorami. Che spaccature isolate e straordinarie! Quale ampiezza e profondità del più denso bosco! Quali tenue e leggiadre linee all’orizzonte, con la distesa azzurra del mare e le lunghe pianure dal lato orientale dell’Italia! Oh, boschi rari di Pietrapennata! Io non ricordo di aver visto un posto più bello… in qualunque luogo si andrà, sarà molto difficile trovare un’altra Pietrapennata…”.
A circa 2 km dal paese è anche possibile ammirare i resti del Santuario della Madonna della Lica o dell’Alica, un complesso più volte rimaneggiato, dove l’atmosfera calma e silenziosa trasmette un senso di pacifico raccoglimento. Secondo le testimonianze storiche, la chiesa, un tempo monastero di Sant’Ippolito, fu poi dedicata alla Vergine della Lica, la cui statua in marmo, oggi custodita nella Chiesa dello Spirito Santo nel cuore del paese, giunse a Palizzi dalla Sicilia all’alba della battaglia di Lepanto. Ogni 8 maggio veniva celebrata la festa in suo onore e attorno al Santuario aveva luogo una grande fiera, che raccoglieva, fra devozione e fede, gli abitanti della zona.
Il Santuario della Madonna della Lica di Pietrapennata
Fra i tanti visitatori, il paesaggista Milanese Cosomati dedicò un servizio fotografico alla Chiesa e alla bellissima Statua della Beata Vergine, che pubblicò nel 1927 in un’edizione del periodico “Illustrazione Italiana”. Resta, così, fermo il fatto che, da gruppi di curiosi ad appassionati escursionisti, chiunque giunge a Pietrapennata rivivere continuamente l’emozione di un tuffo nel passato fortemente commovente.