Nato come fortezza per difendersi dagli attacchi del popolo Saraceno, è un paesino ai piedi del Pollino, al confine con la Basilicata, ricco di storia e scorci che meritano una visita
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Nato come fortezza per difendersi dagli attacchi del popolo Saraceno, Oriolo è un piccolo borgo medioevale al confine con la Basilicata ai piedi del Pollino, in provincia di Cosenza, noto tra le altre cose anche per la leggenda del dito di San Francesco di Paola. Un piccolo centro fortificato a 450 metri sul livello del mare che racchiude tra i suoi vicoli storie e piccole bellezze da scoprire, tra il castello, le chiese e vecchi ruderi, inizialmente feudo dei Sanseverino da Salerno, per poi passare nel XVI secolo ai marchesi Pignone del Carretto.
Il centro storico tra castello, case nobiliari e musei
A sovrastare il borgo tra i più belli d’Italia troviamo il castello, dalla struttura quadrata che ancora resiste nonostante il passare dei secoli e le intemperie. Le piccole vie si arrampicano dal basso e fino a qui, regalando ai visitatori angoli di un certo interesse architettonico. Affacciarsi da qui significa avere una vista su un paesaggio ricco di natura e bellezze artistiche, prima di scendere verso il paese e vedere tutto da vicino. Le sale del castello si possono visitare, e al suo interno si trovano il museo con aule interattive, didattiche e multimediali e una sala conferenze, grazie alle quali potrete scoprire la storia di Oriolo fin dalle sue origini. Poco vicino invece la chiesa di San Giorgio Martire, originaria del 1400, al cui interno sono custoditi altari, monumenti e opere di rara bellezza, come l’affresco nella sala delle feste in cui San Giorgio uccide il drago, che rappresenta il male. Non di meno sono i palazzi nobiliari disseminati per il centro storico, come il Palazzo Giannettasio, dove si trova un piccolo museo della civiltà contadina grazie al quale la casa nobiliare è diventata oggi centro di cultura, che va ad aggiungersi ad un altro museo sul territorio, quello delle arti e dei mestieri.
La leggenda del dito di San Francesco di Paola e Rivolta del Monaco
Spesso la storia si mescola alla leggenda, a quelle narrazioni orali che vengono tramandate e alle quali spesso si aggiungono particolari facendo sì che il racconto stesso subisca delle variazioni, o degli stravolgimenti, ma dove si trova, alla fine quasi sempre, un fondo di verità. È il caso anche di quella che ha per protagonista un monaco, punito dagli eventi nel commettere il furto della reliquia di un santo. Pare che una notte un monaco entrò nel convento di San Francesco di Paola ad Oriolo per rubare un alluce del santo conservato all’interno della costruzione sacra, e mentre scappava con la reliquia iniziò ad alzarsi un vento fortissimo. Arrivato fino al fiume Ferro, che doveva attraversare, venne però bloccato da una pioggia improvvisa che aveva ingrossato lo stesso fiume, impossibile da guadare in quelle condizioni pericolose. A quel punto il monaco decise di ritornare, o meglio “rivoltarsi” indietro, dando così il nome alla zona che fu chiamata la Rivolta del Monaco.
Oriolo al centro della rivoluzione del 1647
Nel 1647 il castello di Oriolo si trovò coinvolto nella rivolta di Masaniello, che vide a Napoli il giovane Tommaso Aniello guidare i suoi concittadini nella protesta contro l’aumento delle tasse da parte dei vicerè spagnoli. Il castello fu assediato dai rivoltosi, che chiedevano al marchese Pignone e la sua famiglia di uscire, così come il campanile, avendo l’idea impossibile di buttare giù il castello con una mina, che ovviamente non avrebbe potuto minimamente intaccare la struttura della fortezza. Con la paura che gli assedianti potessero uccidere la propria famiglia, il marchese decise quindi di uscire dalle mura a patto che a moglie e figli non fosse fatto il minimo male, e così fu. Ritornata calma la situazione nel Regno di Napoli, i marchesi tornarono ad Oriolo stabilendosi nuovamente nel castello che ancora oggi sovrasta il piccolo centro del Pollino.