Un paese ricchissimo di testimonianze artistiche e di un florido artigianato che ancora resiste nonostante il mutare dei tempi. Tra la Costa Viola e l’Aspromonte, sorge Seminara

Custodisce opere di grandissima rilevanza storica. Ma non solo. Vanta un suggestivo panorama sullo Stretto e sulle Isole Eolie che si possono ammirare soprattutto nelle giornate più terse. L’itinerario parte dai resti delle ciclopiche mura costruite intorno all’anno Mille. Santo Gioffrè medico e stimato scrittore descrive così la bellezza della “fontana Rosella”, definita «una delle ultime testimonianze di ingegneria idraulica in Calabria». Viene alimentata da un acquedotto sotterraneo ed era andata quasi distrutta a seguito il terribile terremoto del 1908.

Carlo V a Seminara

Seminara vanta un legame assai forte con il Rinascimento e nel 1535 ospitò finanche re Carlo V. Il sovrano riteneva la cittadina calabrese ricchissima. L’appoggio dato da Seminara al Regno, impegnato nella lotta contro i pirati, era stato cospicuo sia sotto il profilo di uomini che mezzi economici. Carlo V fece tappa in città per omaggiare la famiglia Spinelli. Per l’occasione tutti gli edifici pubblici vennero abbelliti con i simboli del sovrano, e lo stemma di Carlo V. A ricordo di tale evento, venne istituito un corteo storico. Il percorso prosegue poi con la visita alla Chiesa di San Marco Evangelista. Un piccolo gioiello del Rinascimento calabrese che custodisce opere straordinarie. Tra queste, la Madonna degli Angeli, realizzata dallo scultore Antonello Gagini in marmo finissimo. La sua bellezza è tale che il Ministero della cultura volle questa statua a Matera, capitale europea della cultura.

Il santuario della Madonna dei poveri

Il santuario della Madonna dei poveri è invece una preziosa testimonianza romanico-bizantino che custodisce la statua lignea tra le più antiche del Sud. Ogni anno accoglie migliaia di pellegrini. Secondo i maggiori studiosi, la grandezza di Seminara antica è custodita in questo storico edificio dove sono esposte le sculture degli artisti Rinaldo Bonanno e Martino Montanini. Simbolo di Seminara, il museo delle ceramiche che mette in mostra creazioni anche del Seicento oltre a manufatti preziosissimi. Vi sono poi – come evidenziato dalla responsabile Monica De Marco -anche sale dedicate alla ceramica popolare, destinata alla cucina o alla conservazione dei cibi o bevande.

Le ceramiche di Seminara

Un tuffo nel passato, poi, con Rocco Condurso, uno degli ultimi storici ceramisti che ha illustrato i vari passaggi, dalla lavorazione dell’argilla alla cottura in forno, per realizzare vasi di pregevole fattura secondo l’antico mestiere. Ultima “fotografia” di Seminara porta alla chiesa di Sant’Antonio dei pignatari e alla statua di Leonzio Pilato, monaco cristiano e traduttore che ebbe il merito di portare in Occidente la cultura umanistica greca. Poco distante, il monastero di Sant’Elia. I due edifici religiosi rappresentano l’incontro la cultura orientale e quella occidentale. Un messaggio di dialogo, di reciproco rispetto tra due mondi.  

Seminara è stata una delle tappe del format targato LaC, “La terra del sole”, condotto da Giuseppe Gervasi.

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