Detriti e polveri spinti dal vento hanno creato particolari e originali alveari, dando vita ad uno dei luoghi più belli e ricchi di fascino della Calabria, e non conosciuto da molti. Stiamo parlando delle Gole del torrente San Paolo, che divide Gerace da Antonimina, nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, un vero capolavoro a cielo aperto che vi consigliamo di visitare almeno una volta. Nei secoli scorsi qui, tra le insenature create dagli agenti atmosferici, i monaci basiliani trovarono riparo, trasformando il luogo in un posto di preghiera e contemplazione, tra le rocce modellate dal vento, e dalle particolari caratteristiche geologiche, naturalistiche e panoramiche, che vi regaleranno degli scorci unici. Durante il tragitto per arrivarci, inoltre, potrete vedere la costa ionica, il Monte Tre Pizzi, lo Zomaro e Gerace.

L’inizio del percorso 

Il tratto che vi porterà alle Gole del San Paolo non è lunghissimo, circa 8 chilometri, ma per raggiungerlo c’è da affrontare un percorso di trekking abbastanza impegnativo. Ciò soprattutto nella risalita, che vi porterà via 4 ore e mezza. Se vi sembra tanto, pensate a quello che vi perdereste. Armatevi di scarponcini e zaino, e partite, ne varrà la pena. Potrete iniziare da Gerace, borgo medievale della Locride, ricco di storia e arte, dove potrete lasciare le auto per iniziare il percorso da Passo di Ropulà, dove si può trovare anche dell’acqua potabile nel caso ne aveste bisogno. Da qui ci si addentra nel centro di ripopolamento faunistico ora abbandonato, e arrivati in cima si prende la strada sterrata a destra che porta ad un sentiero che dà sulla vallata del San Paolo, con una bellissima vista verso Antonimina, Tre Arie e San Nicola, a dominio dello stretto del Dottorazzo e Pietra della Morte. 

Lungo il sentiero tra sugheri e rocce

Il sentiero vi porterà a passare sotto una sughereta di circa 30 anni, un’età relativamente giovane, che superata lascerà spazio a ginestre spinose, mirto, e querce sugherare, che faranno da cornice a rocce e puntoni. Arriverete quindi alla Cottonera, fatta da un insieme di detriti alluvionali compattati, che si sono mescolati con strati di granitoide, al cui interno sono presenti strati di calcare ed arenaria cementati da marne argillose. Il paesaggio che vi circonderà sarà un luogo poco frequentato, conosciuto quasi esclusivamente da pochi escursionisti e da cercatori di funghi che conoscono la zona e si avventurano fino a qui. Vi troverete quindi in piena natura senza che troppe persone disturbino la quiete, cosa che vi permetterà di godere del luogo appieno, respirando aria pulita e avendo di fronte a voi dei panorami bellissimi.

Tutto intorno sarà caratterizzato da rocce e dalle sponde di un bacino, che una volta dava vita ad una cascata: questa, con la sua potenza ha creato il letto della fiumara Gerace, alimentato dalle fiumare Grottelle e San Paolo e dal vallone Manganarìa.

Nonostante ci troviamo a 474 metri di altitudine, sul Monte Campanaro, la vegetazione esistente è quella che si trova ad altitudini maggiori, rendendo il posto ancora più particolare. Arriverà un tratto da percorrere su un sentiero stretto, in pendenza ed esposto: sarà necessario quindi fare molta attenzione, ma vorrà dire che sarete arrivati alle Gole del San Paolo. 

Le Gole del San Paolo

Tra le imponenti formazioni rocciose dalle forme strane, quasi artefatte, vi troverete davanti qualcosa di veramente suggestivo. Dove ancora oggi si prova la stessa sensazione di pace che i monaci basiliani devono aver percepito quando adibirono questo luogo come rifugio spirituale, dedicando la loro vita alla preghiera, a Dio e alla ricerca dell’equilibrio con l’universo intero. Delle vere e proprie opere d’arte plasmate dalla natura, grazie alla quale le rocce hanno acquisito forme particolari, come fossero state più che scavate, ricamate, incise, affinché acquisissero maggiore bellezza e suggestione. Una serie di cavità curiose, in posizioni altrettanto strane, che non sarà difficile accomunare ad altre forme che abbiamo già visto. Sulle pareti rocciose delle Gole del San Paolo sono ancora simbolicamente incise storie di secoli fa, che trasportano, chi arriva fin qui, in posti lontani dalla quotidianità. Un angolo di paradiso non troppo conosciuto, tra i più belli della nostra regione, in cui sentirsi parte del tutto solo ammirando quello che la natura è capace di fare con il vento e la potenza dell’acqua.