Il giovane ingegnere Emanuele De Simone nel 2006 ha deciso di sfruttare un piccolo appezzamento a 1300 metri e dopo due anni di studi ha dato vita all'azienda Immacolata Pedace nota ormai anche a livello internazionale
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Nel cuore del Parco nazionale della Sila, a Cava De Melis, a 1300 metri di altitudine, troviamo il vigneto più alto d’Europa, immerso tra incontaminati paesaggi che d’inverno appaiono completamente innevati.
Una vera e propria sfida per Emanuele De Simone, giovane ingegnere che nel 2006, «quasi per gioco» come lui stesso dice, decide, appoggiato dalla sua famiglia, di sfruttare un piccolo appezzamento di terreno acquistato, che due anni più tardi, dopo vari studi intrapresi, darà vita al vigneto Immacolata Pedace. L’impianto è sperimentale, proprio per via dell’altitudine del luogo dove coltivare l’uva non è facile, ma questo non scoraggia Emanuele, che oggi parla orgoglioso dell’azienda a gestione familiare diventata ormai nota a livello anche internazionale.
«In molti ci avevano sconsigliato di intraprendere questo percorso – dice – viste le grandi difficoltà che avremmo incontrato, ci consideravano dei visionari, ma questo non ci ha impedito di andare avanti, e anzi, i nostri sforzi sono stati premiati.»
Vini rossi, bianchi e rosati vengono infatti prodotti lì dove le temperature rigide solitamente rendono difficile la vita dei vigneti, ma la perseveranza, si sa, alla fine premia sempre, e permette di raggiungere i propri obiettivi nonostante le difficoltà.
Difficoltà dovute principalmente alla pendenza dei terreni, che arriva fino all’80% e alle temperature, che raggiungono anche i -25°C durante i mesi invernali, causa che oltretutto ritarda la raccolta. Per questo il vino di casa Immacolata Pedace ha bisogno di più tempo rispetto al normale iter per essere portato sulle tavole. Senza dimenticare la vicinanza con il lago Cecita, che non fa che aumentare l’umidità, che se in eccesso potrebbe compromettere la qualità delle uve.
Chardonnay, Pinot Bianco, Gewurztraminer, Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon: sono queste le varietà di vino scelte per la coltivazione, che, dopo studi approfonditi si è deciso di coltivare sui due ettari e mezzo di terreno che oggi si contano tra le proprietà di famiglia.
Quattro etichette diverse, tutte con nomi che non potevano non essere un richiamo al territorio che incastona l’azienda, a due passi dal lago Cecita. Chione, il bianco floreale e fruttato, che prende il nome dalla divinità della neve; Silva, da Silva Brutia, la Selva Bruzia, elegante e raffinato; Lykos, lupo, da sempre emblema della Sila, un rosso incisivo; e Anthea, il rosato fruttato, ultimo arrivato tra le etichette di casa, che prende il nome dalla figlia di Emanuele.
Ed è proprio grazie ad Anthea che il Cava di Melis si è aggiudicato la medaglia d’argento al Concorso Mondial des Vins Extrêmes 2021, la competizione enologica svolta ad Aosta che premia i vini derivanti da vigneti in difficoltà strutturali permanenti: altitudine superiore ai 500 metri sopra il livello del mare, pendenze del terreno superiori al 30% e impiantati su terrazze o gradoni, condizioni estreme di montagna, alti costi di coltivazione e di gestione.
«Un’enorme soddisfazione per noi e per la famiglia – dice ancora De Simone – che abbiamo scelto di sottoporre il nostro prodotto ad un processo di vinificazione completamente naturale.»
Nell’azienda Immacolata Pedace è possibile inoltre usufruire di una visita dei vigneti e degli spazi delle cantine dove avviene la vinificazione, durante la quale degustare gli ottimi vini di casa.
Collaborazioni con altre aziende di prodotti locali rafforzano il concetto di valorizzazione e amore per il proprio territorio, insieme a passione ricerca e tradizione, che fin dalla sua nascita, contraddistinguono l’azienda Immacolata Pedace.