VIDEO | Nella prima puntata di Blu Calabria intervista al biologo dell'Unical Emilio Sperone che ha spiegato come l'arrivo di nuove specie stia alterando anche la nostra catena alimentare
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La vera oasi di biodiverisità del Mediterraneo si trova al confine nord della nostra regione, parola di biologo. Nella prima puntata di Blu Calabria (in replica questa sera 11 maggio alle 21), la trasmissione in onda sabato alle 14.30 su LaC Tv, alla scoperta della Riviera dei Cedri, a bordo della motovedetta della Guardia Costiera ormeggiata davanti l'Isola di Dino, ha raccolto il parere di Emilio Sperone, del Dipartimento di Biologia dell'Università della Calabria: «Quest'area del mediterraneo – spiega - ed in particolare i fondali di Praia a mare costituiscono una zona di nursery e di riproduzione per moltissime specie di interesse conservazionistico».
Fondali così preziosi sono anche utili per studiare gli epocali cambiamenti in atto nel Mediterraneo poco visibili, ma che stanno producendo effetti devastanti: «Stiamo osservando un aumento consistente del numero di specie di meduse nei mari che bagnano la nostra regione e questo è legato al fenomeno della tropicalizzazione. Nuove specie stanno entrando nei nostri mari, sta cambiando la fauna delle nostre coste calabresi. Specie che vivevano nel Mediterraneo orientatale, come Egitto o Israele, si spostano verso Occidente trovando temperature più calde. Per esempio il pesce pagliaccio, forse non lo percepiamo perché non lo vediamo ma silenziosamente sta alterando la nostra catena alimentare».