Dalla grotta del Romito, che rappresenta una delle testimonianze più antiche, a quella dei Gessi lunga ben 5 chilometri
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Le più interessanti si concentrano perlopiù nell’area del Cosentino: da Papasidero a Cerchiara. Sono le grotte di Calabria. Per trovarle, non basta scorgerne l’imbocco, bisogna, con la guida giusta, vedere con i propri occhi quanta meraviglia il tempo può scolpire in una roccia.
Le grotte Papasidero
La grotta del Romito si trova nel comune di Papasidero, in provincia di Cosenza. Le sue origini risalgono al Paleolitico e rappresenta, oggi, una delle più antiche e importanti testimonianze dell’arte preistorica. Famoso in tutto il mondo il bovide (Bos primigenius), raffigurato su una grossa formazione rocciosa. Ritrovati nel sito anche sepolture, risalenti a 11mila anni addietro, graffiti, arte rupestre, reperti litici e faunistici.
Il sito si può visitare grazie all’intervento dell'Università di Firenze in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Calabria, il Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria ed il comune di Papasidero. Si accede alla grotta tramite passerelle e i percorsi sono tutti illuminati. È possibile organizzare visite guidate e osservare l’antiquarium in cui è possibile ammirare l’esposizione di alcuni oggetti.
La Grotta Scura di Domanico
La grotta Scura e la grotta Lippusa sono due cavità che si trovano sui lati opposti del fiume Busento a Domanico, cittadina che si trova a una decina di chilometri dal Cosenza. Entrambe sono facilmente visitabile in poco tempo grazie al loro sviluppo in direzione orizzontale.
Lunga all’incirca 160 metri, la Grotta Scura porta il visitatore in salita prima di portarlo nella grande e affascinante sala ricca di stalattiti e stalagmiti. Il percorso finisce, poi, in un cunicolo che si restringe man mano. La Grotta Lippusa, misura circa 234 metri, ed è attraversata, per tutta la sua lunghezza, da un ruscello sotterraneo che sgorga all’esterno dove la parete rocciosa è diventato habitat di muschi e licheni.
Le Grotte dell’Isola di Dino
L’isola di Dino, tra le bellezze che conserva cela anche la splendida Grotta Azzurra che prende il nome dalla sfumatura turchese delle acque che la bagnano. Ma non è la sola cavità da vedere: lì troviamo la Grotta del Monaco dalle pareti di un verde gemma e dove la roccia è stata modellata dalla natura in un modo tale da ricordare profili umani, la Grotta delle Sardine, (che prende il nome dalla ricca fauna presente), La Grotta delle Cascate dove è possibile ammirare formazioni di stalattiti, stalagmiti e rocce rosa; La Grotta del Leone, così chiamata perché nella forma ricorda il re della savana, infine la Grotta Gargiulo, la prediletta per gli appassionati di immersione.
Abisso del Bifurto
L’Abisso del Bifurto, chiamato anche con il nome suggestivo di “Fossa del Lupo” si trova all’interno del territorio del Comune di Cerchiara (Cosenza). Si tuffa a precipizio per 683 metri, e questo gli ha fatto guadagnare il 40esimo posto nella graduatoria delle grotte più profonde del mondo. In tutto il Sud Italia è una delle grotte più difficilmente accessibili. L’Abisso del Bifurto è stato anche protagonista del film “Il buco” del regista Michelangelo Frammartino che ha raccontato ’impresa di dodici speleologi che nel 1961 decisero di scendere in Calabria ed esplorare altre profondità.
Grotta del gufo
Si trova al centro tra il Monte Sellaro e Damale. Chiamata anche “la montagna vuota” si trova a 139 metri di profondità con uno sviluppo planimetrico di 1200 metri circa. All’interno pozzi, cunicoli, saloni in cui è possibile ammirare delle meravigliose formazioni calcitiche. L’ingresso è riservato solo a gruppi di speleologi.
Grotta dei gessi
Le famose “Grave” di Verzino con le sue tre grotte, costituiscono la grotta più lunga della Calabria grazie ai suoi 5 chilometri. La scoperta di questa misura si deve ad alcuni gruppi di speleologia: Le Grave di Verzino (Kr), assieme al Gruppo Speleologico Sparviere di Alessandria del Carretto (Cs), il Gruppo Cudinipuli di Cosenza, lo Speleo Club Ibleo di Ragusa, il Gruppo Speleologico ‘Ndronico di Lecce, il Centro Ricerche Carsiche di Altamura, il Centro Speleologico dell’Alto Salento di Martina Franca, il Centro Ricerche Carsiche di Putignano e il Club Alpino Italiano di Verbicaro di Cosenza.
Per le foto si ringrazia Francesco La Carbonara (Associazione Erbanetta 3.0 e Sottosezione CAI di Mendicino)