VIDEO-FOTO | Vicino Fiumara di Muro nel Reggino, il paesino è un'esplosione di colori grazie soprattutto all'impegno di Mariagrazia Chirico: «Questo paese grigio mi stava un po' stretto. Io amo le cose belle»
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Vieni per respirare colore, arrivi perché il posto è “figo” con le immagini da postare sui social. E poi, giunti a Borgo Croce, è l'atmosfera che conquista. Conquista l'operosità degli abitanti, a partire da Mariagrazia Chirico, artefice del progetto, dell'associazione culturale Borgo Croce.
Storie di animali, vecchi detti popolari, grandi fiori che spazzano via grigiore. Borgo Croce, vicino Fiumara di Muro nel Reggino, fa respirare l'armonia e la natura della vallata del Catona. Una via racconta una storia, di bellezza, di dolcezza, di allegria. La gioia del bello di cui riempirsi gli occhi e fare incetta prima di tornare nelle monocromatiche città.
Mariagrazia a Borgo Croce è nata. Come racconta «sul tavolo della cucina». Da giovanissima prima va a studiare, poi a lavorare a Catanzaro e non è felice di tornare «Questo paese grigio mi stava un po' stretto. Io amo le cose belle, avvertivo tristezza, il magone».
Il richiamo di casa però alla fine ha il sopravvento: «È stato più forte di me. Sono sta qui fino all'estate. Coi ragazzi del posto che ritornano abbiamo deciso di fare un murales, quello che c'è ora in piazza. Era settembre 2021. Mi avevano chiesto di aspettarli, ma io ho avuto fretta». Un murales solo non avrebbe reso il posto appetibile per i visitatori. «Così ho iniziato a colorare i muri, con il consenso delle persone che all'inizio non credevano nel progetto. Gli dicevo che avrei portato 1.000 persone al mese».
Ad agevolare le cose l'arrivo fortuito di Google maps che ha visto la scritta Borgo accanto alla parola Croce, originario nome della frazione che in quel momento la signora Mariagrazia stava sistemando con le grandi lettere in polistirolo. Così cambia il nome e da quel momento anche al Comune di Fiumara il paesino diventa “Borgo Croce”. «È stato importante perché siamo annoverati tra i borghi e ci trovano su Google. Da lì è stato un continuo colorare i muri senza sosta. Non mi volevo più fermare. Abbiamo fatto una raccolta fondi per trovare il materiale, anche i ragazzi che stavano fuori ci hanno aiutato. Oggi con me ho Lina, la mia vicepresidente dell'associazione, che mi fa da cassiera e da prezioso aiuto. C'è tutta la comunità che sta lavorando con me».
Il sogno di Mariagrazia, oltre che di «vedere arrivare anche i giapponesi» scherza, è quello che il nome di Borgo Croce non venga mai dimenticato. «Fino a quando esisterà una sola foto che lo ricorda anche Borgo continuerà a esistere».