È uno dei simboli del capoluogo, creato dall'artista Giuseppe Rito che ha modellato anche il gruppo scultoreo all'ingresso del Tribunale
Tutti gli articoli di Destinazioni
PHOTO
Lo scultore nato a Dinami
La statua del Cavatore risale alla seconda metà del secolo scorso ed è opera dello scultore Giuseppe Rito, nato a Dinami nel 1907. La scultura, posta su una base di granito grigio da cui fuoriesce l'acqua, è collocata in una cavità del Complesso monumentale San Giovanni e domina la centralissima piazza Matteotti. Ai lati della fontana monumentale, due importanti arterie inaugurano il loro percorso e attraversano il centro città, corso Mazzini e via Carlo V. Il Cavatore occupa un posto centrale, è situato in un'area di passaggio per centinaia di studenti e lavoratori che ogni giorno attraversano a piedi o in auto quell'angolo di capoluogo. Non deve pertanto stupire se il Cavatore è a tutti gli effetti un punto di riferimento conosciuto e scelto spesso come ritrovo per un appuntamento, per fissare un incontro. Ci si vede lì per essere certi di non sbagliare.
La scultura bronzea non è l'unica realizzata da Giuseppe Rito e collocata a Catanzaro. Il gruppo scultoreo "Giustizia e Libertà" posizionato all'ingresso del Palazzo di giustizia, ad esempio, porta la firma dello stesso artista, così come la statua dell'Assunta posta sul campanile della Cattedrale. La carriera artistica dello scultore originario del vibonese è stata impreziosita nel corso degli anni da diverse partecipazioni a mostre nazionali ed internazionali. Nel 1956, prende parte anche alla Biennale di Venezia. Muore qualche anno più tardi, nel 1963.
Qualcosa in più di un monumento
Il Cavatore per i catanzaresi va oltre la definizione di monumento. È un inno alla laboriosità, alla costanza, alla tenacia. In quell'uomo che assume su di sé la responsabilità di un compito da portare a termine e senza sosta lavora per onorarlo si manifesta una volontà irriducibile, impetuosa, ancor più determinante delle capacità fisiche nel raggiungimento dell'obiettivo. Una perseveranza che trasforma un progetto in fatto compiuto e una roccia asciutta in sorgente d'acqua.