Un identikit dei coronavirus, comuni in molte specie animali ma capaci di evolversi e infettare l'uomo
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Cos'è il coronavirus, il virus nato in Cina che sta preoccupando il mondo, tanto da portare il governo di Pechino alla decisione drastica di mettere di fatto in quarantena intere città? Il suo nome non è molto evocativo: 2019-nCoV, che sta per nuovo coronavirus. Un nome che però rimanda alle precedenti epidemie di patogeni "cugini", Sars (2002-2003) e Mers (2012), di cui ormai sappiamo tutto.
L’identikit dei coronavirus
Mentre dell'attuale virus ancora si sa poco. È possibile però tracciarne un primo sommario identikit, individuando proprio gli aspetti comuni dei coronavirus. Si tratta, come si legge nel focus messo a punto dall'Istituto Superiore di Sanità, di un'ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie. Sono chiamati così per le punte a forma di corona che sono presenti sulla loro superficie.
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Cos’è il nuovo coronavirus
I coronavirus sono comuni in molte specie animali (come i cammelli e i pipistrelli) ma in alcuni casi, se pur raramente, possono evolversi e infettare l'uomo per poi diffondersi nella popolazione. Un nuovo coronavirus è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell'uomo. I coronavirus umani conosciuti ad oggi, comuni in tutto il mondo, sono sette, alcuni identificati diversi anni fa (i primi a meta' degli anni Sessanta) e alcuni identificati nel nuovo millennio.
Eccoli: 229E (coronavirus alpha), NL63 (coronavirus alpha), OC43 (coronavirus beta), HKU1 (coronavirus beta), e poi i più celebri, MERS-CoV (il coronavirus beta che causa la Middle East respiratory syndrome), SARS-CoV (il coronavirus beta che causa la Severe acute respiratory syndrome) e infine 2019 Nuovo coronavirus (2019-nCoV).
I sintomi del coronavirus
I sintomi più comuni di un'infezione da coronavirus nell'uomo includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l'infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte. In particolare: i coronavirus umani comuni di solito causano malattie del tratto respiratorio superiore da lievi a moderate, come il comune raffreddore, che durano per un breve periodo di tempo.
I sintomi possono includere: naso che cola mal di testa tosse gola infiammata febbre una sensazione generale di malessere. A volte, inoltre, possono causare malattie del tratto respiratorio inferiore, come polmonite o bronchite. Questo è più comune nelle persone con preesistenti patologie croniche dell'apparato cardio-vascolare e/o respiratorio, e soggetti con un sistema immunitario indebolito, nei neonati e negli anziani. Altri coronavirus umani che hanno fatto il salto specie, come per esempio Mers-CoV e Sars-CoV, possono causare sintomi gravi.
I sintomi della sindrome respiratoria mediorientale di solito includono febbre, tosse e respiro affannoso che spesso progrediscono in polmonite e circa 3 o 4 casi su 10 sono risultati letali. I casi di Mers continuano a verificarsi, principalmente nella penisola arabica. I sintomi della sindrome respiratoria acuta grave, per la quale non si registrano più casi dal 2004 in nessuna parte del mondo, includevano febbre, brividi e dolori muscolari che di solito progredivano in polmonite.
Data la poca specificità dei sintomi comuni dell'infezione da coronavirus è possibile effettuare test di laboratorio su campioni respiratori e/o siero soprattutto in caso di malattia grave.
Informare subito il medico in caso di sintomi
È comunque importante, nel caso si verifichino sintomi, informare il proprio medico di eventuali viaggi o di recenti contatti con animali (per esempio viaggi nei Paesi della penisola arabica o contatti con cammelli o prodotti a base di cammello). I coronavirus umani si trasmettono da una persona infetta a un'altra attraverso: la saliva, tossendo e starnutendo; contatti diretti personali (come toccare o stringere la mano e portarla alle mucose); toccando prima un oggetto o una superficie contaminati dal virus e poi portandosi le mani (non ancora lavate) sulla bocca, sul naso o sugli occhi; contaminazione fecale (raramente).
Come ridurre il contagio da coronavirus
Non esistono trattamenti specifici per le infezioni causate dai coronavirus e non sono disponibili, al momento, vaccini per proteggersi dal virus. La maggior parte delle persone infette guarisce spontaneamente. Tuttavia, spiega l'Iss, è possibile ridurre il rischio di infezione, proteggendo se stessi e gli altri, seguendo alcuni accorgimenti: lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi o con soluzioni alcoliche; starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso, utilizzare una mascherina e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l'uso; evitare di toccare gli occhi, il naso o la bocca con mani non lavate; evitare contatti ravvicinati con persone che sono malate o che mostri sintomi di malattie respiratorie (come tosse e starnuti); rimanere a casa se si hanno sintomi; fare attenzione alle pratiche alimentari (evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e le bevande non imbottigliate); pulire e disinfettare oggetti e superfici che possono essere state contaminate. È possibile alleviare i sintomi assumendo farmaci per i dolori muscolari, articolari e la febbre.
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