La totalità dei candidati nei collegi uninominali della coalizione verrà suddivisa tra Democratici e Progressisti e Azione/+Europa nella misura del 70% (Partito Democratico) e 30% (+Europa/Azione), scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell'alleanza elettorale. Questo rapporto verrà applicato alle diverse fasce di collegi che verranno indentificati di comune intesa. Le parti si impegnano a chiedere che il tempo di parola attribuito alla coalizione nelle trasmissioni televisive sia ripartito nelle stesse percentuali applicate ai collegi. Lo si legge nel testo dell'accordo sottoscritto oggi.

«Un momento per annunciare che a seguito di un incontro con delegazioni dei due partiti abbiamo siglato una intesa, che riteniamo molto importante, un patto elettorale, all'interno di un accordo più largo con altre componenti a nostro avviso fondamentali per essere vincenti nei confronti della destra». Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, in conferenza stampa alla Camera. «Non è immaginabile - ha attaccato il leader dem - che il Paese dopo Draghi passi al governo delle destre o guidato da Giorgia Meloni. Dopo Draghi l'Italia ha bisogno di una esperienza di governo che porti avanti programmi che hanno avuto grande successo».

Per il Pd all'incontro hanno partecipato anche le capigruppo di Camera e Senato, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, e il coordinatore della segreteria, Marco Meloni. Per Più Europa ci sono Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi. «Veniamo con spirito costruttivo, non é difficile se c'é la volontà», aveva detto il leader di Azione entrando a Montecitorio.

Renzi? «Le porte sono aperte a tutti e io ci ho pensato molto. È del tutto evidente che la rottura in questa fase paga quasi sempre dal punto di vista dei numeri, ma non si fa politica per i numeri. Non credo che nessuno abbia mai messo veti dal punto di vista coalizione», ha aggiunto il leader di Azione, Carlo Calenda.

«Finalmente è finita la telenovela Letta-Calenda. In bocca al lupo alla nuova ammucchiata». È il commento a caldo su twitter del leader M5s, Giuseppe Conte. «Finalmente – evidenzia- è finita la telenovela Letta-Calenda: in bocca al lupo alla nuova ammucchiata che va dalla Gelmini dei tagli alla scuola al Pd, passando per Calenda, che non ha mai messo il naso fuori da una Ztl. Si riconoscono nell'" agenda Draghi". Salario minimo legale, lotta all'inquinamento e alla precarietà giovanile saranno fuori dalla loro agenda. Nessun problema, ce ne occuperemo». «Azione getta la maschera. È la quinta colonna del Partito democratico e della sinistra. Altro che progetto per creare un nuovo centro, altro che governo Draghi, semplicemente al servizio di chi vuole la patrimoniale per qualche posto in più». Ha poi scritto su Twitter Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia.