Con il vaccino AstraZeneca raccomandato per gli over 60, l'Italia contava sul vaccino Johnson & Johnson per avvicinarsi e arrivare all'obiettivo di mezzo milione di dosi al giorno. Ora, i piani rischiano di cambiare dopo la richiesta di sospensione di J&J negli Stati Uniti.

«Abbiamo fatto una riunione con i nostri scienziati e chiaramente con l'Agenzia italiana del farmaco, siamo in collegamento con l’agenzia europea Ema e valuteremo nei prossimi giorni, appena Ema e gli americani ci daranno notizie più definitive, quale sarà la strada migliore. Ma penso che anche questo vaccino dovrà essere utilizzato perché è un vaccino importante», ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel suo intervento a Porta Porta. Il ministro della Salute ha quindi ribadito come «la scelta statunitense è una scelta precauzionale» e la «scelta di Johnson & Johnson di non immettere immediatamente in commercio il vaccino in Europa è anch'essa una scelta di natura precauzionale. Il nostro auspicio - ha sostenuto Speranza - è di poter al più presto sciogliere questi nodi e usare anche questo vaccino che sarebbe il quarto, e che a noi serve particolarmente».

Il parere dell'Aifa

«Valuteremo se dare il vaccino» di Johnson & Johnson «contro Covid-19 agli over 60, e lo faremo non appena si potrà riprendere la campagna vaccinale nel giro di 2-3 giorni, forse anche meno. Se poi si potrà aprire alla somministrazione dal medico di famiglia, in farmacia o nei punti di libero accesso che aumenteranno, lo vedremo», ha detto a 'Porta a Porta' il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco, Nicola Magrini, ipotizzando una soluzione 'stile AstraZeneca'.

«Guardiamo a quello che decideranno gli organismi americani - spiega - dopo la segnalazione di sei casi su 7 milioni vaccinati, un rischio di 1 per milione, rarissimo. Anche in questo caso si tratta di donne giovani, tra 18 e 48 anni, potrebbe essere un meccanismo simile a quello del vaccino AstraZeneca». Basta un caso per milione per bloccare un farmaco? «No - risponde Magrini - sono fiducioso che individuando le categorie a maggior rischio di ammalarsi di Covid grave, i benefici della vaccinazione sono assolutamente non confrontabili con questi rischi molto rari».