Forse lo considerava il suo lasciapassare per l’Europa. Forse era il modo scelto per presentarsi al meglio in quel futuro grande e incerto che lo attendeva: «Vedete, sono bravo. Merito un posto qui anche io». Non poteva immaginare che il suo viaggio sarebbe naufragato tristemente. Di lui non abbiamo che una manciata di informazioni. Poteva avere circa 14 anni, veniva dal Mali e indossava una giacca. All’interno della tasca un foglio salta agli occhi di chi, su quel cadavere, stava eseguendo i controlli di rito. Una pagella piegata con cura, i voti sono ottimi e scritti in arabo e in francese. Quel piccolo uomo senza nome è soltanto uno dei tanti migranti recuperati in mare.

Le storie delle vittime del mare

La sua vicenda è stata raccontata da Cristina Cattaneo, medico legale, che di corpi senza vita ne ha visti e ne vede tanti. Ma a un certo punto della sua carriera professionale, qualcosa cambia e sceglie di scrivere un libro. “Naufraghi senza volto”, Cortina editore, racconta come si può morire di speranza. E di storie ne contiene tante. Tutte struggenti. Tutte con il medesimo drammatico epilogo. Come il giovane che aveva portato con sé un sacchetto con la terra del paese d’origine, per non aver nostalgia di casa e non dimenticare le proprie radici. Non potremmo mai sapere i loro ultimi pensieri mentre la furia delle onde li inghiottiva. Né potremmo sperimentare il dolore conosciuto dalle famiglie in attesa di notizie dai propri cari. A molte vittime è stata negata anche l’identità.

Corpi mai identificati

L’emergenza umanitaria di migranti che attraversano il Mediterraneo ha lasciato sulle spiagge d’Europa migliaia di cadaveri. Più della metà non sono mai stati identificati. La Cattaneo, come riporta Il Foglio, «in collaborazione con l’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per le Persone scomparse, ha creato il primo protocollo al mondo per identificare le vittime di uno stillicidio che, dal 2001 a oggi, ha visto scomparire in mare oltre trentamila persone, cospargendo l’Italia di lapidi senza nome». Al piccolo uomo del Mali, l'illustratore Makkox  ha dedicato una struggente vignetta, dal titolo “Tesori perduti” (foto da Fb Makkox official). Forse un eccellente matematico, un meccanico o un professore. L’Europa non conoscerà mai il valore di ciò che ha perso nel freddo e buio ventre del Mediterraneo. g.d'a.

 

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