Oltre duecento i casi ufficiali e tre le vittime. Cautela dall’Istituto superiore di Sanità: «Contagio limitato ma non possiamo escludere la possibilità che possa arrivare in Europa e in Italia»
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Il coronavirus, misterioso virus simile alla Sars che si sta diffondendo in Cina, è trasmissibile da persona a persona. A confermarlo un team di esperti capeggiato da Zhong Nanshan, membro della Commissione della salute pubblica del governo di Pechino cinese.
Nei casi analizzati, la patologia che insorge è simile alla polmonite: nel sud del Paese si sarebbero dunque verificati due casi di trasmissione uomo-uomo, in particolare nella provincia del Guangdong, ha fatto sapere il capo del panel di studiosi.
L’origine del virus
L’origine del virus sembra essere stata individuata in un mercato del pesce a Wuhan, ma secondo Zhong, intervistato da Cctv, anche coloro che non hanno visitato la città cinese possono aver contratto il virus.
Di fronte all’emergenza sanitaria il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto «sforzi risoluti» contro la diffusione del nuovo coronavirus. Facendo il punto della situazione Xi, segretario generale del Partito comunista cinese e a capo della Commissione militare centrale, ha sottolineato come «priorità» la sicurezza e la salute della popolazione, invitando a migliorare la comunicazione e il coordinamento con l’Organizzazione mondiale della Sanità e Paesi come Hong Kong, Macao e Taiwan per unire gli sforzi nel frenare la diffusione del virus. In questi giorni anche operatori sanitari che hanno curato pazienti sono stati contagiati dal nuovo virus.
«Trasmissione ancora limitata»
Sulle modalità di contagio fino a pochissimo tempo fa non c’era chiarezza e anche l’Oms (Organizzazione mondiale sanitaria) era rimasta cauta sulla possibilità si trasmissione interumana affermando che non c’erano ancora prove certe. Ora però arriva la conferma da un rinomato scienziato cinese, che già si occupò di contrastare la temuta Sars, che il virus si trasmette da uomo a uomo.
Il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità, Gianni Rezza, all’Ansa dichiara che «è verosimile che possa esserci stata una trasmissione interumana, da persona a persona, del coronavirus in Cina, anche se per ora è molto limitata. Al momento non possiamo escludere la possibilità che il virus arrivi pure in Europa o Italia».
«L’importante è identificare e isolare i casi. Se si interviene con rapidità si può infatti bloccare la diffusione, isolando gli infetti e procedendo alla quarantena dei contatti, ma è chiaro - conclude - che questo si può fare solo se gli infetti non sono tanti».
Inoltre, aggiunge Rezza, «occorre vigilare su chi viene dalle zone colpite. Se presentasse i sintomi della polmonite andrebbe isolato in ospedale. Ma la trasmissione appare ancora limitata, tanto che l'Oms al momento non ha ancora deciso restrizioni», spiega il capo del dipartimento di epidemiologia dell'Istituto Superiore di Sanità.
Il contagio
Il contagio della malattia - che si presenta con sintomi come febbre e problemi respiratori - avverrebbe «solo con contatti stretti, non per vie aeree: non è come l'influenza per capirci - spiega Gianni Rezza - Se è così, come credo, la situazione può essere tenuta sotto controllo. I casi trovati fuori da Wuhan, dove c'è il mercato del pesce ritenuto il cuore del focolaio, sono pochi».
Non si conosce ancora l’origine del nuovo coronavirus ma, secondo Giovanni Maga, direttore del laboratorio di Virologia Molecolare presso l’Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia «sicuramente proviene da qualche specie animale che vive a stretto contatto con l’uomo». Il fatto che i primi casi possano essere ricondotti ad un mercato non è inusuale.
«I mercati di carne animale - dice Maga - sono luoghi affollati in cui si hanno molteplici occasioni di contatto diretto tra uomo e animale infetto (vivo o morto che sia). L’influenza aviaria H5N1 si è diffusa in Cina proprio a partire da mercati di questo tipo».
Evitare viaggi se non necessari
Il primo focolaio di quest'infezione è stato individuato nella città di Wuhan, ma la patologia, che si presenta con sintomi come febbre problemi respiratori, è arrivata anche in Corea del Sud, in Thailandia e Giappone.
Per ora Europa e Italia sembrerebbero ancora sicure. Ma il ministero della Salute, nelle locandine affisse nell'aeroporto di Roma Fiumicino, consiglia di «rimandare viaggi a Wuhan non necessari». E di consultare il medico e vaccinarsi contro l'influenza «almeno due settimane prima del viaggio».
Le stime
Le stime dell’Imperial College, secondo cui sarebbero circa 1.700 i casi reali in Cina legati al misterioso virus collegato alla Sindrome acuta respiratoria «sono verosimili» secondo Rezza: «I cinesi hanno già identificato circa 200 casi da quando è partito l’allerta, quindi il numero stimato dall’Imperial College potrebbe essere vicino alla realtà».