«Sugli esami di Stato il confronto è aperto e a giorni saranno comunicate decisioni ufficiali in merito». È quanto si legge sul sito del Ministero dell'Istruzione.

Attualmente la maturità rappresenta il nodo principale della questione scuola e su di essa sono concentrati in queste ore gli organi tecnici, per capire quali potranno essere le modalità di svolgimento. Dal dicastero si fa sapere che si terrà conto della situazione di emergenza che il Paese sta vivendo, tuttavia gli esami, così come la valutazione dell’anno scolastico, saranno seri, nel rispetto del lavoro e dell’impegno di docenti e studenti.

 

Il ministro Lucia Azzolina, nell’informativa al Senato del 26 marzo, aveva già annunciato la sua volontà di avere delle commissioni formate da soli membri interni e con presidenti esterni, in modo da «tutelare gli apprendimenti effettivamente acquisiti da un lato e, dall’altro, con un presidente esterno garantire la regolarità dell'intero percorso d'esame».

 

Nel frattempo, nuove indiscrezioni trapelano dalle pagine de la Repubblica: innanzitutto, non ci saranno “non ammessi” agli esami di Stato. E questa promozione di massa potrebbe essere allargata a tutti gli ordini di scuola: dalla prima elementare al quarto superiore nessuno verrà bocciato, tuttavia le carenze verranno recuperate a settembre-ottobre. Per questo motivo non si tratterebbe di un “sei politico” (avversato ed escluso dalla Azzolina), ma semplicemente del tener conto delle condizioni eccezionali in cui si sta svolgendo l’anno scolastico.

 

Secondo la Repubblica, poi, sarebbero due le ipotesi al vaglio del Miur riguardo lo svolgimento della maturità.

 

Prima ipotesi

Nel caso in cui si dovesse rientrare a scuola ai primi di maggio, ci sarebbero di fronte ancora quattro settimane di lezioni in classe. Sarebbe dunque possibile sostenere la prima prova il 17 giugno: le tracce però verrebbero elaborate tenendo conto del fatto che i programmi non siano stati portati a termine, quindi ad esempio escludendo argomenti di storia o letteratura contemporanee. Stesso discorso per la seconda prova, anzi in questo caso potrebbero essere le commissioni interne a stilare le tracce, a causa del fatto che molte scuole hanno chiuso prima di altre e questo ha portato inevitabilmente ad una disomogeneità nei programmi svolti. Infine, il tutto si concluderebbe con il classico esame orale.

 

Seconda ipotesi

Nel caso in cui, invece, non si dovesse rientrare a scuola entro la data limite individuata nel 17 maggio, non ci sarebbero prove scritte e l’intero esame consisterebbe in un colloquio orale. Quest’ultimo però verrebbe “rafforzato” rispetto alla versione classica che tutti conosciamo: potrebbe durare almeno un’ora e prevedere lo svolgimento di esercizi di matematica o di traduzioni, a seconda dell’indirizzo scolastico. Con tali modalità, si partirebbe già nella seconda metà di giugno, in modo da finire entro metà luglio. Se l’emergenza dovesse ancora essere in atto, sarebbe inoltre possibile sostenere gli esami in totale sicurezza, non essendoci prove scritte: tramite convocazioni singole senza testimoni o addirittura con un colloquio a distanza.

 

Per saperne di più, per capire quale di queste ipotesi si concretizzerà, si dovrà probabilmente aspettare dopo Pasqua. L’unico punto fermo finora, infatti, rimane la chiusura delle scuole fino al 13 aprile.