«Se vai a ballare tu hai tutto il diritto di ubriacarti, ma se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi».

Si infiamma immediatamente la polemica per la frase del giornalista Andrea Giambruno, compagno di Giorgia Meloni, pronunciata ieri durante la puntata del suo programma di Diario del Giorno su Rete 4.

In studio si stava parlando degli stupri di gruppo di Palermo e Caivano, dove a subire le violenze sono state una ragazza di 19 anni e due cuginette di 11 e 13 anni.

Giambruno, definendo bestie gli stupratori, suggerisce «di non perdere conoscenza, di rimanere capaci di intendere e volere».

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Selvaggia Lucarelli: «Dà la responsabilità alle vittime»

La prima ad esprimere indignazione sui social è stata Selvaggia Lucarelli: «Dare consigli di buonsenso per non mettersi in condizione di vulnerabilità è una cosa che può fare un genitore o un amico - scrive - Più che gridare solo alla colpevolizzazione della vittima, bisogna spiegare a Giambruno un po' di cose. Da un conduttore tv, come da un politico e da chiunque parli a un pubblico di reati, mi aspetto considerazioni che non responsabilizzino la parte vulnerabile, ma che pongano l'attenzione sui colpevoli e ancora più sulle dinamiche sociali e culturali».

«Dovrebbero bere in maniera responsabile uomini e donne per tutta una serie di ragioni - continua Lucarelli - Se proprio si vuole parlare di ubriachezza, andrebbe ricordato che una persona ubriaca è in uno stato di forte vulnerabilità e proprio per questo andrebbe protetta e tutelata. Se proprio decidi di indossare i panni di papà sull'uscio di casa che chiede alla figlia di non bere e tirare un po' giù la gonna "che poi il lupo lo trovi" cerca di farlo a una distanza temporale decente da uno stupro di gruppo».

Le reazioni politiche

Sono arrivate anche le reazioni della politica. «Proprio non ci riescono a non colpevolizzare le donne – dice Cecilia D'Elia, senatrice del Pd e vicepresidente della commissione d'inchiesta sul femminicidio - La violenza è sempre un po' colpa loro. Non uscire da sola, non andare dove è buio, non vestirti in modo provocante. Si giudicano le donne e i loro stili di vita, adesso ce lo spiega anche Giambruno. È una concezione sbagliata del rispetto e della libertà delle persone. A Giambruno dico che occorre educare i ragazzi al rispetto, non le ragazze alla prudenza, insegnare loro il valore del consenso, non alle ragazze quello della diffidenza, ma il diritto all'esistenza libera e non il comportamento dimesso. Se una ragazza alza un po' il gomito può aspettarsi un mal di testa, non uno stupro».

«Gravissimo giustificare uno stupro dando la colpa ai comportamenti della vittima e ancora più grave che lo faccia un giornalista con tale leggerezza» ha commentato Irene Manzi, componente nazionale della segreteria del Pd.

Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino, parlamentari del Movimento 5 Stelle nella commissione bicamerale d'inchiesta sul femminicidio scrivono di «parole vergognose, rappresentazione plastica di una cultura maschilista e retrograda che costituisce il terreno di coltura dei comportamenti violenti, dei soprusi che tantissime donne ogni giorno sono costrette a subire. Si chiama vittimizzazione secondaria: sulla donna già distrutta dalla violenza fisica o psicologica si scarica una presunta colpa, una qualche responsabilità sull'accaduto. Se Giambruno non ne è a conoscenza può documentarsi facilmente così da evitare di fare danni incalcolabili attraverso la televisione».