L’uomo di Cosa nostra è ricercato dal 1993. La sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Caltanissetta dopo oltre 14 ore di camera di consiglio
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Il boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, è stato condannato all'ergastolo per le stragi del 1992 di Capaci e Via D’Amelio. Lo ha deciso la Corte d’Assise di Caltanissetta, presieduta da Roberta Serio, dopo oltre 14 ore di camera di consiglio.
Chi è Matteo Messina Denaro
Capo della mafia trapanese, Messina Denaro, ricercato dal 1993, è stato tra i responsabili della linea stragista di Cosa nostra imposta dai corleonesi di Totò Riina. Secondo l’accusa, sostenuta in aula dal procuratore aggiunto Gabriele Paci, il boss Matteo Messina Denaro avrebbe determinato all’interno di Cosa nostra «un clima di unanimità senza il quale il capomafia corleonese Totò Riina non avrebbe potuto portare avanti i suoi piani stragisti, se non a rischio di una guerra di mafia».
L’accusa della Dda
«Non è sostenibile – ha spiegato il magistrato durante la requisitoria – che Totò Riina avrebbe comunque intrapreso quella strada senza avere il consenso di Cosa nostra, perché se ci fosse stato il dissenso dei vertici di una delle province ci sarebbe stata una guerra».
I collegamenti con la Calabria
Solo pochi mesi addietro, la Dda di Reggio Calabria ha chiesto e ottenuto la condanna di Rocco Santo Filippone e Giuseppe Graviano (boss di Cosa nostra) per essere ritenuti i mandanti degli agguati ai carabinieri che si inquadrano nella medesima strategia stragista nella quale rientrano gli attentati del 1992 e 1993.