Il collaboratore di giustizia ed ex agente della polizia penitenziaria rilascia nuove dichiarazioni ai pm e spiega di non aver mai confessato alcune verità prima per «paura di ritorsioni»
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Emergono nuove verità riguardo il drammatico giorno in cui venne messo a segno l’attentato di Capaci in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie, ma anche magistrato, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Un collaboratore di giustizia nisseno, Pietro Riggio, 54 anni, ex agente della polizia penitenziaria, avrebbe sostenuto, (e non lo avrebbe fatto in passato per «paura di ritorsioni») che un ex poliziotto avrebbe messo l'esplosivo sotto l'autostrada per preparare l’attentato di Capaci, il 23 maggio '92. Lo scrive la Repubblica online. I verbali del collaboratore sono stati depositati nel processo d'appello Capaci bis contro 5 mafiosi accusati di aver partecipato alla strage. Secondo Riggio, uno dei collaboratori che ha testimoniato nel processo, il poliziotto, detto il turco, avrebbe «partecipato alla fase esecutiva delle strage Falcone. Si sarebbe occupato del riempimento del canale di scolo dell'autostrada con l'esplosivo, operazione eseguita tramite l'utilizzo di skateboard».