La Guardi di finanza ha eseguito un sequestro cautelare di beni e immobili per un valore di circa 350mila euro nei confronti del presidente della Regione Sardegna Christian Solinas e di altre sei persone indagate per corruzione. Ancora una grana per il governatore leader del Partito sardo d'azione, alleato della Lega. L’inchiesta, partita a febbraio 2023, vede il presidente sardo indagato per corruzione e riciclaggio e riguarda la compravendita di una proprietà di Solinas e la nomina di Roberto Raimondi alla direzione generale dell’autorità di gestione del programma Eni-Cbc bacino del Mediterraneo

Solinas è stato senatore della Lega. Eletto alla guida della Regione Sardegna nel 2019, la sua ricandidatura per il centrodestra è da settimane al centro di un tira e molla, con Fratelli d’Italia che spinge per accantonare il suo nome e candidare il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu e la Lega di Salvini che invece lo vorrebbe di nuovo in corsa. Il problema sarebbero proprio le vicende giudiziarie di Solinas e gli ultimi sviluppi dell'inchiesta potrebbero far segnare il punto decisivo per Meloni e i suoi.

L'inchiesta della Procura di Cagliari

Le indagini della Procura di Cagliari seguono due filoni. Nel primo sono indagati insieme a Solinas anche l’imprenditore Roberto Zedda e il consigliere regionale Nanni Lancioni, esponente dello stesso partito del governatore. Al centro la compravendita da parte di Zedda di una proprietà di Solinas a Capoterra e il successivo acquisto di una casa da parte del presidente della Regione. Per gli inquirenti, Zedda avrebbe ottenuto in cambio una fornitura di termoscanner e la prosecuzione della fornitura di software e hardware nell’ambito del project financing di Nuoro.

Il secondo filone d’inchiesta riguarda invece presunte pressioni per la nomina di Raimondi al vertice dell’Enpi, che secondo l’ipotesi della Procura era legata alla promessa di una laurea ad honorem di un’università albanese. Sotto indagine anche il consulente di Solinas Christian Stevelli, il rettore dell’università di Tirana Arben Gjata e il direttore generale della E-Campus Algonso Lovito. La notizia dell’inchiesta, nel febbraio dell’anno scorso, aveva fatto emergere anche l’appartenenza alla massoneria di Stevelli e Raimondi: i due manager sono affiliati al Grande Oriente d’Italia, ma sono stati sospesi dopo essere finiti sotto inchiesta dal gran maestro Stefano Bisi.

La Lega: «Tempismo perfetto»

«Si vota il 25 febbraio e con tempismo perfetto, spuntano guai giudiziari per Solinas. Solidarietà al governatore e buon lavoro ai magistrati che dovranno affrontare settimane molto intense», ha dichiarato il vicesegretario della Lega Andrea Crippa.

«Questa indagine ha due elementi di sicuro rilievo: il primo è il tempismo, viene fatto a quattro giorni dalla presentazione delle liste e mentre si decide il candidato presidente unitario del centrodestra, l'altro è che, essendo in fase di indagine, stiamo parlando di atti che dovrebbero essere coperti da segreto istruttorio». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Christian Solinas ai microfoni del Tg1 in merito agli sviluppi nelle inchieste della Procura di Cagliari sulla compravendita di una sua proprietà.

«Atti - prosegue Solinas - che invece sono in possesso di tutti i media, i giornali e le televisioni e circolano liberamente. In un paese democratico, in uno Stato di diritto queste cose non dovrebbero accadere».

«Le subiamo per l'ennesima volta e siamo davanti, per tutto il resto, a un teorema indimostrato e indimostrabile costruito pervicacemente dalla polizia giudiziaria. Ma appena avremo l'opportunità di rappresentare i fatti nella loro verità - conclude Solinas - si dimostrerà che non è stato fatto niente che non fosse più che lecito nella condotta del presidente della Regione Sardegna».